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Mercoledì, 4 Ottobre 2023
Cronaca

Aborto, nuove linee guida: con pillola Ru486 non servirà il ricovero

Si elimina l'obbligo di ricovero ordinario e si estende l'applicabilità della procedura da 7 a 9 settimane di gravidanza. Speranza: "Un passo avanti importante nel pieno rispetto della 194, che è e resta una legge di civiltà"

"Un passo avanti importante nel pieno rispetto della 194, che è e resta una legge di civiltà". Così il ministro della Salute Roberto Speranza, su twitter, commenta le "nuove linee guida, basate sull’evidenza scientifica" sulla pillola abortiva Ru486, che "prevedono l’interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico in day hospital e fino alla nona settimana". Secondo la nuova direttiva, anticipata da alcuni quotidiani, per l'aborto farmacologico non è più necessario il ricovero in ospedale.

"Ci sono voluti 10 anni perché l'Italia cancellasse la vergogna di linee di indirizzo stilate in aperta violazione della procedura di mutuo riconoscimento grazie alla quale la Ru486 è stata introdotta nel nostro paese, ignorando le indicazioni già esistenti negli altri paesi europei". Questo il commento delle associazioni Amica e Luca Coscioni, che accolgono "con soddisfazione" le nuove linee di indirizzo sull'aborto farmacologico. "Si elimina l'assurdo obbligo di ricovero ordinario e si estende l'applicabilità della procedura da 7 a 9 settimane di gravidanza", sottolineano Anna Pompili, Mirella Parachini e Filomena Gallo, rispettivamente di Amica e dell'associazione Luca Coscioni. In questi 10 anni "il diritto di scelta e il diritto alla salute di molte donne italiane - proseguono - è stato fortemente limitato per ragioni ideologiche che nulla avevano a che vedere con la medicina". Ora "si tratta di rendere applicabili queste nuove linee di indirizzo in tutto il Paese, ammettendo anche la possibilità del regime ambulatoriale, per eliminare differenze e disuguaglianze nelle varie regioni. Si tratta di puntare sulla formazione del personale e sull'adeguamento delle strutture, perché si possa realizzare ovunque una reale integrazione tra strutture territoriali e ospedali".

Le reazioni

"Il ministro Speranza, di fronte alle polemiche suscitate dalla decisione della giunta leghista umbra di tornare ai tre giorni di ricovero obbligatori per l’aborto farmacologico, ha fatto la cosa giusta. Finalmente, con le nuove linee guida del ministero, questo metodo viene sottratto alla discussione ideologica e riportato alle evidenze scientifiche e dunque al rispetto della salute delle donne e delle loro scelte. Per l’Italia è una grande novità, per cui tanto ci siamo battute, così come siamo sempre state in prima fila per la piena applicazione della legge 194". Lo scrive, in una nota, Cecilia D'Elia, portavoce della Conferenza nazionale delle donne Pd.

"L’aborto farmacologico, sicuro e meno invasivo di quello chirurgico, nel nostro Paese è praticato solo nel 20% delle interruzioni di gravidanza. Con le nuove linee guida potrà essere possibile anche in regime ambulatoriale e tramite i consultori. Il modo con cui il ministro ha affrontato questa vicenda ci dice che è possibile aprire una fase nuova nell’applicazione della legge, senza preclusioni ideologiche, nel pieno rispetto delle scelte procreative delle donne", conclude.

Le nuove linee guida sull'aborto farmacologico mettono nero su bianco che la pillola abortiva RU486 può essere usata in day hospital fino alla nona settimana di gravidanza. Si tratta di un traguardo importante per le donne che si trovano a dover ricorrere a un'interruzione di gravidanza". Lo dichiara in una nota la senatrice del Movimento 5 Stelle Emma Pavanelli.

"Con il favore delle chiusure estive e di un Italia ferma per il covid, il ministro speranza proroga fino alla nona settimana di gestazione la possibilità di eseguire un aborto farmacologico in day hospital. Assumere la Ru486 senza ricovero è un attentato alla vita e alla salute della donna, alla quale viene indicata una soluzione che banalizza l’aborto e che la lascia sempre più sola in una decisione drammatica”, afferma il leader del Family Day Massimo Gandolfini.

“Facilitare e promuovere l’aborto fai da te significa infatti allontanare le ragazze che stanno vivendo una gravidanza difficile dai consultori e dai Centri di Aiuto alla Vita, dove possono ricevere sicuramente un sostegno concreto per poter scegliere per la vita e non per la morte”, prosegue Gandolfini.

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