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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Aborto al sicuro, c'è la proposta di legge: "Le donne non devono sentirsi abbandonate"

Si parte dalla Lombardia con la proposta di legge di iniziativa popolare, ma l'obiettivo dei promotori è allargare l'iniziativa a tutte le regioni: "Le donne costrette ad affrontare percorsi ad ostacoli e colloqui umilianti". Il 73 per cento degli italiani è favorevole all'aborto

Il tema è delicato, perché nonostante siano passati quattro decenni dall’entrata in vigore nel nostro Paese della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza, spesso le donne trovano ancora molte difficoltà a vedere riconosciuto il proprio diritto ad un aborto legale e sicuro. Non esistono dati certi, ma le stime sull’aborto clandestino (nello specifico, sull’assunzione di farmaci acquistati online e senza controllo medico) sono secondo alcune associazioni allarmanti.

Nonostante ciò, i temi della prevenzione e della contraccezione sembrano essere diventati anno dopo anno meno presenti nell’agenda politica. Anche per questo motivo ha preso il via da tempo la campagna "Aborto al Sicuro": ora dopo aver raccolto 8400 firme (molte più di quelle necessarie), Associazione Luca Coscioni e Radicali Italiani hanno presentato in Regione Lombardia una proposta di legge per un libero accesso all’IVG (interruzione volontaria di gravidanza).  L'obiettivo è tutelare le migliaia di donne che ancora oggi, quotidianamente, sono costrette ad affrontare l’esperienza dell’aborto in clandestinità e prive di una corretta tutela della loro salute. Si parte dalla Lombardia, ma l'obiettivo dei promotori è allargare l'iniziativa a tutte le regioni italiane. Un passo alla volta.

L'avvocato Filomena Gallo, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni: "Siamo davvero soddisfatti di questo grandioso risultato e non possiamo che augurarci di replicarlo in tutte le altre regioni, così che ogni donna possa essere veramente libera di scegliere nel rispetto del diritto alla propria salute", afferma.

Proposta di legge di iniziativa popolare per l'aborto sicuro

La proposta di legge di iniziativa popolare, a cui ha contribuito anche l’associazione radicale milanese Enzo Tortora con la raccolta di oltre 8.400 firme (quasi il doppio di quelle necessarie per il suo deposito), è oggi al vaglio delle Commissione Sanità e Politiche Sociali e concentra la sua attenzione su un decalogo di proposte per aiutare le donne a vedere riconosciuto il proprio diritto ad un aborto legale e sicuro. La legge di iniziativa popolare è un istituto legislativo previsto dalla Costituzione italiana, grazie a cui i cittadini possono, attraverso una raccolta di firme, presentare al Presidente della Camera dei deputati o Senato un progetto di legge redatto in articoli, affinché questo sia poi discusso e votato. Uno spunto da cui partire, un modo per porre un tema all'attenzione del mondo politico (e non solo).

In base a un recente sondaggio SWG, commissionato da Associazione Luca Coscioni, ha evidenziato che il 73% dei cittadini italiani si dichiara favorevole alle pratiche di interruzione volontaria di gravidanza. Di questi, il 50% ritiene che sia necessario migliorare l’accesso alla IVG (Interruzione volontaria di gravidanza) farmacologica permettendo il regime ambulatoriale, il trattamento a casa ed eliminando la raccomandazione del regime di ricovero ordinario.

C'è tanto da fare. Il 58% della popolazione infatti sostiene che la legge 194 attualmente in vigore dal 1978 sia stata una buona legge che va però cambiata, garantendo alle donne – secondo il 70% degli intervistati – percorsi di accesso alla IVG maggiormente facilitati.

"In Italia una donna su cinque abortisce almeno una volta nella vita"

"Secondo i dati ufficiali promossi dal Ministero, una donna su cinque in questo Paese abortisce almeno una volta nella vita" sostiene la dottoressa Sara Martelli, coordinatrice della campagna “Aborto al sicuro”. "Nonostante ciò, le donne si sentono spesso abbandonate e sole ad affrontare percorsi ad ostacoli, inutili viaggi, colloqui umilianti e vedendosi anche spesso negato l’accesso a procedure mediche più moderne e meno invasive. Anche per questo alcune si rivolgono a persone non abilitate o al mercato clandestino di farmaci abortivi, mettendo a rischio la propria salute. Non si può continuare a permetterlo"..

Barbara Bonvicini, presidente di Radicali Italiani, commenta così: "Ogni giorno leggiamo notizie di Paesi in cui l’aborto torna illegale, nonostante la volontà popolare. Per questo anche la scelta dello strumento per proporre l’applicazione della 194 deve passare dalla partecipazione attiva della cittadinanza e in Lombardia sono state depositate quasi il doppio delle firme necessarie".

Donne in piazza per il diritto all'aborto - Ansa

Aborto sicuro: le 10 proposte

  1. Le informazioni(procedure, accesso ai servizi) sull’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) saranno comprensibili, esaustive e facili da reperire anche online e per telefono.
  2. Qualunque consultorio o ambulatorio regionale potrà prendere appuntamenti in ogni territorio regionale, senza imporre alla donna estenuanti ricerche o code.
  3. Le attività, la qualità dei servizi e la loro omogeneità sul territoriosaranno monitorate annualmente e sarà promossa l’implementazione e una maggiore efficienza dei servizi, ove necessario.
  4. I consultori familiari diventeranno i primari coadiutori delle attività ospedaliere per la fruizione dei servizi di IVG e saranno riqualificatiper: fornire migliore assistenza (anche grazie all’eventuale potenziamento delle attrezzature) e partecipare ad alcune fasi delle procedure di IVG (es. aborto farmacologico, oltre alla certificazione).
  5. Tutte le strutture ospedaliere garantiranno la gestione dei casi urgenti in tempi brevi e certi.
  6. Sarà eliminato l’obbligo di ricovero per l’IVG farmacologica grazie a day hospital a più accessi, e si potranno svolgere alcune fasi della procedura anche presso il consultorio.
  7. Le strutture accreditate per le prestazioni di procreazione medicalmente assistita e di diagnosi prenatale dovranno assicurare continuità terapeutica alle donne che richiedano l’aborto in esito a diagnosi di anomalie fetali o di rischi per la paziente, accompagnando la donna nelle proprie scelte.
  8. Le donne che richiedono l’IVG riceveranno, durante o subito dopo la seduta, una consulenza contraccettiva e, se richiesto, saranno forniti e/o applicati gratuitamente contraccettivi( inclusi quelli a lungo termine) presso l’ospedale.
  9. Alle donne che non riescono a reperire farmaci contraccettivi di emergenza sarà fornita assistenza per immediato reperimento.
  10. La Regione istituisce e finanzia corsi di formazione e di aggiornamento sulle tecniche chirurgiche e farmacologiche di interruzione della gravidanza, sulla contraccezione, nonché su tematiche epidemiologiche, psicologiche e sociologiche correlate.

Video della campagna "Aborto al sicuro"

Rifiuta le cure a una donna che ha avuto un aborto e rischiava la vita: licenziato medico obiettore 

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