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Venerdì, 19 Aprile 2024
Rimini

Accoltellato a morte per 200 euro: "Mio fratello non era un criminale"

Anis Dhaher, 37 anni, è stato ucciso al culmine di una lite per un prestito mai restituito. La sorella a RiminiToday": "Voglio giustizia"

"Spero che non lasceranno impunita la morte di mio fratello e sono fiduciosa sia della giustizia italiana che degli inquirenti. Sono certa che si proverà come Anis sia stato una vittima e che, il suo assassino, pagherà a caro prezzo quello che ha fatto e il nostro dolore e la nostra sofferenza". A parlare, intervistata da Tommaso Torri di RiminiToday, è Nouha Dhaher, sorella del marocchino 37enne ritrovato agonizzante lo scorso 20 agosto in uno stabile di Rimini e morto in ospedale dopo cinque giorni di agonia.  

Nouha vorrebbe venire in Italia per assistere al processo. Di sicuro a fine luglio sarà a Rimini per "mostrare alla polizia i messaggi di mio fratello per far capire loro che mio fratello non era un drogato o altro".  

L'uomo accusato dell’omicidio è Nefzi Imed, 47enne tunisino, che si è sempre giustificato spiegando di essersi difeso da un'aggressione del 37enne che, a tutti i costi, pretendeva di riavere indietro i soldi che gli aveva prestato. 

"Non è assolutamente vero - prosegue Nouha - che mio fratello era sotto l'effetto di droghe quella mattina. Ero al telefono con lui pochi minuti prima che venisse accoltellato. Poi il cellulare si era scaricato e mi ha lasciato dicendo che sarebbe andato a ricaricarlo e mi avrebbe richiamata ma non ho più avuto sue notizie fino a quando ho saputo che era stato ucciso".

La sorella della vittima mette subito in chiaro che Anis non era "un criminale" e "non aveva mai toccato un'arma in vita sua". Lei del resto gli aveva detto più volte di non fidarsi di quell’uomo. 

"So che tra lui e Nefzi non correva buon sangue - ricostruisce la sorella della vittima - e che gli aveva prestato 200 euro per pagarsi cocaina e prostitute. Quando mio fratello ha chiesto la restituzione del debito hanno iniziato a litigare perchè il 47enne gli rinfacciava di avere del denaro nascosto e di vestirsi troppo bene. Anis, infatti, poteva contare su delle piccole somme che ero io stessa ad inviargli di tanto in tanto dal momento che vivo in Canada. Nefzi non poteva sopportare che mio fratello lo avesse colpito per primo e, quindi, lo ha accoltellato. E' un omicidio premeditato". 

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