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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il processo / Napoli

Bimbo morto soffocato, la mamma scriveva: "Non dorme, vogliamo farlo schiattare?"

Adalgisa Gamba lo scorso anno è stata trovata in spiaggia con il figlioletto morto tra le braccia. Da allora è in cella con l'accusa di averlo ucciso. Chiesta una nuova perizia psichiatrica. Spuntano i messaggi inviati al marito

Adalgisa Gamba, la 41enne accusata di avere ucciso il figlio di due anni e mezzo, sarà sottoposta a una perizia psichiatrica. L'accertamento è stato disposto dalla corte di Assise di Napoli. Il corpo senza vita del bimbo venne trovato su una spiaggia di Torre del Greco il 2 gennaio del 2022. Nel corso delle udienze sono stati resi noti anche alcuni messaggi che la donna, nei giorni precedenti alla tragedia, aveva inviato al marito. "Non dorme, forse ci vuole ciuccio, o vogliamo farlo schiattare e magari si toglie il vizio?", uno di questi. Per l'accusa sono parole che la inchiodano, per la difesa si tratta di frasi dal tono scherzoso tra marito e moglie.

Perché Adalgisa Gamba è stata arrestata

Andiamo con ordine. Il 2 gennaio del 2022 il marito di Adalgisa chiama le forze dell’ordine perché non riesce a rintracciare la moglie e il figlio Francesco di due anni e mezzo. La donna viene trovata sul lungomare di Torre del Greco con il figlio morto. Pronuncia frasi sconnesse. Poi confessa "Sono stata io a gettarlo in mare perché era malato". Secondo la difesa la donna era entrata in depressione dopo il parto. Pare fosse convinta che il figlio avesse un disturbo dello spettro autistico. La donna viene arrestata. 

L'autopsia rivela che Francesco è morto per "soffocamento attraverso l'occlusione di naso e bocca". Il perito rileva la presenza di filamenti di cellulosa vegetale (forse riconducibili a un fazzolettino di carta) nei polmoni e nei bronchi del piccolo e nessun segno di violenza esterna sul naso e sulla bocca, sempre riscontrati nei precedenti casi quando si tappa il naso e la bocca di una vittima per soffocarla. Adalgisa resta in cella e il marito, sin dal primo momento, la accusa di avere progettato l'omicidio. La donna viene poi sottoposta, due volte, a perizie finalizzate ad accertare se era capace di intendere e volere al momento del fatto.  

Adesso la Corte di Assise di Napoli ha disposto una nuova perizia. Il pm Andreana Ambrosino della Procura di Torre Annunziata, così come gli avvocati della parte civile, si sono opposti.

"Vogliamo farlo schiattare?"

Durante l'ultima udienza è stato ascoltato l'ufficiale dei carabinieri che ha condotto le indagini. Rispondendo alle domande del pm, ha elencato una serie di messaggi che la donna si era scambiata con il marito, messaggi del tipo "Non dorme, forse ci vuole ciuccio, o vogliamo farlo schiattare e magari si toglie il vizio?". Entrano nel processo anche le ricerche - ravvicinatissime - eseguite dall'imputata sul suo cellulare (sottoposto a perizia).  Dalle 4 del mattino e fino alle 16:30 del giorno del delitto avrebbe più volte cercato su internet la parola chiave "uccidere un bambino". Aveva cercato anche quanti anni di carcere avrebbe rischiato se avesse commesso l’omicidio.

Per la difesa però "c'è stata una decontestualizzazione". L'avvocato punta "sulle emoticon che compaiono in questi messaggi, un aspetto che è stato completamente tralasciato. Quando scrive 'il bambino è brutto' le emoticon (sorridenti, ndr) fanno comprendere chiaramente che si non tratta parole pronunciate in un contesto violento. Dalle risposte del marito si comprende che non ha percepito un pericolo in quelle frasi. Si tratta una conversazione giocosa tra moglie e marito". Le ricerche sono invece intese come sintomo del "delirio di cui soffre l'imputata".

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