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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Unioni gay, riconosciuta l'adozione "incrociata" di tre figli

Rete Lenford e Famiglie Arcobaleno spiegano che alle due donne è stata riconosciuta l'adozione "incrociata" dei tre figli che da oggi, quindi, sono anche per la legge figli di entrambe le madri

Una nuova sentenza del Tribunale per i minorenni di Roma ha riconosciuto una famiglia con due mamme. Lo rendono noto Rete Lenford e Famiglie Arcobaleno, spiegando che alle due donne, rappresentate dall'avvocata Susanna Lollini, è stata riconosciuta l'adozione "incrociata" dei tre figli che da oggi, quindi, sono anche per la legge figli di entrambe le madri.

LA SENTENZA - Per le associazioni dei diritti gay "va sottolineato che, mentre la Camera si appresta a discutere la proposta di legge sulle unioni civili dove l'adozione dei figli del partner è stata stralciata rimettendo così tutto nelle mani dei giudici, il Tribunale scrive che già la normativa attuale 'deve poter essere interpretata alla luce dei principi costituzionali e convenzionali che costituiscono il fondamento per il riconoscimento di nuove forme di genitorialità. E' di tutta evidenza - continua la sentenza - che i rapporti esistenti tra le ricorrenti ed i rispettivi figli sono quelli concretamente e quotidianamente tipici di una sana relazione madre-figli'".

FRATELLI - "Tuttavia - spiegano ancora Rete Lenford e Famiglie Arcobaleno - per la particolarità della norma sulle adozioni speciali che si applica a questi casi, i figli della coppia continueranno a non essere per la legge fratelli, dal momento che tale adozione definisce solo i rapporti tra il genitore che adotta e il minore, escludendo il resto della famiglia. Questo nonostante, sottolinea il giudice, che 'le mamme hanno dichiarato al giudice che i bambini vivono come fratelli perché tali si considerano e vengono nel mondo esterno considerati'".

DIRITTO E REALTA' - Per Marilena Grassadonia, presidente Famiglie Arcobaleno, "è grande la soddisfazione per questa ennesima sentenza, che mette ancora una volta in evidenza la distanza abissale tra la politica italiana, il diritto e la realtà. Il preminente interesse del minore, elemento centrale nelle decisioni degli giudici, rimane un illustre sconosciuto per i nostri politici. E' inaccettabile - aggiunge - che i nostri figli e le nostre figlie non vengano tutelati in maniera chiara dalle leggi di questo Stato".

PROSPETTIVE - "Il moltiplicarsi di sentenze che riconoscono l'adozione incrociata dei figli dei due partner di una coppia formata da persone dello stesso sesso - sostiene invece l'avvocato Maria Grazia Sangalli, presidente di Avvocatura per i diritti LGBTI-Rete Lenford - mette in luce l'assoluta idoneità di queste coppie a svolgere in pieno il ruolo genitoriale ed è scandaloso che di fronte a questa pressante esigenza di tutela dei minori il legislatore si rifiuti di dare una chiara risposta legislativa, addossando ai giudici di farsi portatori di un'interpretazione evolutiva delle norme e lasciando che ai figli di queste coppie vengano riconosciuti minori diritti rispetto a quelli che godrebbero con una adozione piena".

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