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Venerdì, 29 Marzo 2024
Il processo / Siena

I 5 agenti penitenziari condannati per tortura

Sarebbero responsabili del pestaggio di un detenuto tunisino. I poliziotti scoppiano in lacrime alla lettura della sentenza

Il tribunale di Siena ha condannato cinque agenti di polizia penitenziaria del carcere di San Gimignano, con pene da 5 anni e 10 mesi fino a 6 anni e 6 mesi per torture, falso e minaccia aggravata. Per l'accusa sarebbero responsabili del pestaggio di un detenuto tunisino avvenuto nell'ottobre 2018 durante un trasferimento di cella. Il collegio si è pronunciato dopo sette ore di camera di consiglio. Il pubblico ministero aveva chiesto tra 6 e 8 anni di condanna.

I cinque imputati erano in aula alla lettura della sentenza: alcuni sono scoppiati in lacrime, uno ha urlato "vergogna". Per gli stessi fatti, altri dieci agenti sono stati condannati in passato con il rito abbreviato.

"Ricorreremo in appello", ha annunciato dopo la lettura del dispositivo da parte del presidente Simone Spina, l'avvocato Manfredi Biotti, difensore di quattro dei cinque imputati. "Non comprendiamo quale è stato il ragionamento dei giudici ma ne prendiamo atto. Vedremo le motivazioni e faremo appello, certo è un segnale molto brutto", ha aggiunto Biotti.

L'avvocato Michele Passione, legale del garante dei detenuti, ha affermato sempre dopo la lettura della sentenza: "Abbiamo sostenuto che il reato di tortura sia più grave quando è commesso dal pubblico ufficiale, perché disegna un rapporto di potere che viene estorto tradendo la fiducia che ognuno deve avere nelle forze di polizia che sono nella massima composizione sane". 

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