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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Napoli

Agguato di camorra a Napoli, ucciso il fratello del pentito che fece luce sulla morte di Genny Cesarano

Al momento però, sebbene non siano totalmente escluse altre piste, per gli investigatori la morte di Pasquale Torre non sarebbe riconducibile a una vendetta "trasversale" nei confronti del pentito

Come abbiamo già avuto modo di raccontare, i clan del napoletano stanno dando vita a un picco di violenza decisamente preoccupante. Diverse periferie della città capoluogo appaiono più che mai simili a bombe sul punto di esplodere. Mai come adesso occorre un’azione preventiva da parte dello Stato per arginare questa escalation di sangue prima che diventi inarrestabile. Stando a quanto si apprende, sarebbe riconducibile alla guerra tra gruppi camorristici rivali il duplice omicidio avvenuto nel pomeriggio di ieri, a Napoli, nel rione Don Guanella, quartiere periferico di Miano, dove hanno trovato la morte Pasquale Torre di 45 anni e Giuseppe Di Napoli, 35 anni.

I sicari erano in sella a uno o più scooter

Le vittime, invece, erano in auto quando è scattato l'agguato. Uno dei due morti, Di Napoli, ha cercato di salvarsi: è uscito dall'auto e ha tentato di fuggire ma i killer lo hanno raggiunto e ucciso. Torre, invece, è stato trovato dalle forze dell'ordine e dai sanitari del 118 senza vita, ancora seduto sul lato guida della vettura. Dagli accertamenti degli agenti del commissariato Scampia e della Squadra Mobile è emerso che Pasquale Torre è fratello di Mariano Torre, collaboratore di giustizia legato al clan Lo Russo, colui che ha contribuito a fare luce sulla morte di Genny Cesarano, il giovane ucciso a soli 17 anni, all'alba del 6 settembre 2015, nel rione Sanità, durante una "stesa" ordinata dal boss Carlo Lo Russo (anche lui poi diventato un collaboratore di giustizia) per uccidere il boss rivale Pietro Esposito. Quella fu la risposta a un altro raid, messo a segno poche ore prima dal gruppo avversario, quello dei Genidoni-Esposito, che aveva fatto una "stesa" a Miano. I killer spararono verso i ragazzi che erano in strada, senza un obiettivo preciso. Furono esplosi 24 colpi di pistola, Genny Cesarano fu ferito a morte mentre altri giovani riuscirono a salvarsi fuggendo e nascondendosi. Mandante di quel raid, come ricostruito dagli inquirenti, era il boss Carlo Lo Russo; nel gruppo c'erano Mariano Torre, Luigi Cutarelli, Ciro Perfetto, Antonio Buono (tutti già condannati), Vincenzo Di Napoli (poi ucciso dal suo stesso clan per paura che tradisse) e Gianluca Annunziata.

Questo raid potrebbe essere la risposta all’omicidio di Giuseppe Tipaldi

Al momento però, sebbene non siano totalmente escluse altre piste, per gli investigatori la morte di Pasquale Torre non sarebbe riconducibile a una vendetta "trasversale" nei confronti del pentito. Pasquale e Mariano sono figli di Antonio Torre, fratello di Anna Torre che è la moglie di Giuseppe Lo Russo, esponente di spicco dell'omonimo clan, soprannominato "i capitoni", ormai decimato dall'azione delle forze dell'ordine e della magistratura. Gli inquirenti della Polizia di Stato e della Dda ritengono invece che il raid di oggi potrebbe anche essere la risposta a un altro omicidio, avvenuto a Miano nel novembre scorso: nella notte del 12 novembre il 38enne Giuseppe Tipaldi era stato ucciso in un circolo ricreativo di via Janfolla. L'uomo, conosciuto come "Peppe ‘a recchia", era figlio di Gaetano Tipaldi ed entrambi vengono inquadrati dagli inquirenti come ex affiliati di primo piano al clan.

Le gerarchie sono cambiate, per i vecchi “Capitoni” non c’è più posto

Ovviamente, i motivi che hanno portato all’omicidio di Giuseppe Tipaldi sono facilmente riconducibili al “cambio della guardia” che ha caratterizzato Miano. Tipaldi, in passato ritenuto elemento di spicco del vecchio clan Lo Russo insieme al padre Gaetano e al fratello Massimo, era appena tornato in libertà e, ovviamente, al suo ritorno ha trovato un quartiere totalmente cambiato. I “Capitoni” sono stati spodestati e il quartiere ha affrontato importanti lotte interne per il controllo dei traffici illeciti.

La gestione del rione San Gaetano era divisa in due, tra il gruppo di Abbasc Miano (con a capo i Balzano) e il gruppo ‘Ngopp Miano (con referenti i cugini Cifrone).  A seguito di questa pesante frammentazione sarebbe nata la nuova formazione che, per ora, non ha un nome definito e che potrebbe aver preso il sopravvento sul territorio. Neanche a dirlo, l’ingombrante presenza di Giuseppe Tipaldi non poteva essere accettata in nessuno modo. Adesso, sul territorio, nuovi padroni stanno facendo la voce grossa. Queste sono le ipotesi su cui indagano gli inquirenti.

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