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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Trento

Agitu Gudeta: l'omicidio della donna simbolo dell'integrazione: il suo dipendente Adams Suleimani confessa

Uccisa a colpi di martello all'interno della sua abitazione a Maso Villalta nel comune di Frassilongo in Val dei Mocheni in Trentino. Un suo collaboratore è stato fermato in serata e portato in caserma dove è stato interrogato per ore

Agitu Gudeta Ideo, pastora etiope di 42 anni che da tempo viveva in Trentino ed era diventata simbolo di integrazione, è stata trovata morta  all'interno della sua abitazione a Maso Villalta nel comune di Frassilongo in Val dei Mocheni in Trentino, dove aveva avviato un'azienda agricola. Sarebbe stata uccisa con un martello. A dare l'allarme ai carabinieri, ora sul posto in attesa del medico legale, sono stati alcuni vicini a loro volta chiamati da un uomo con il quale la vittima aveva un appuntamento nel pomeriggio, al quale non si era presentata. 

Agitu Gudeta: l'omicidio della donna simbolo dell'integrazione e i sospetti sul suo dipendente

Le lesioni trovate da un primo esame sul corpo della donna fanno ipotizzare un omicidio. Nessun segno di effrazione è invece stato trovato sulla porta. Due anni fa la 42enne aveva ricevuto minacce a sfondo razziale. Nel 2010 Agitu era fuggita dall'Etiopia dopo aver ricevuto minacce dal governo. Gudeta aveva intrapreso l'attività di pastora e aveva fondato l'Azienda Agricola 'La Capra Felice' che oggi conta 180 capi. Nell'agosto del 2018 aveva denunciato l'aggressione verbale da parte di un uomo (C.C. di oltre 50 anni) di Frassilongo che successivamente era stato arrestato per stalking e poi, racconta TrentoToday, condannato per lesioni. Nel gennaio scorso l'uomo era stato condannato a 9 mesi per lesioni dal Tribunale di Trento. Ieri sera è trapelato che le indagini si erano concentrate su un giovane africano dipendente della sua azienda. A quanto pare, l'uomo - che non è quello che l'aveva minacciata ed aggredita - avrebbe avuto dissidi con Agitu per motivi economici. 

Il Corriere della Sera scrive che il corpo della donna è stato trovato accasciato a terra all’interno della sua abitazione, nella sua camera da letto, al secondo piano di un edificio di proprietà del Comune, che comprende anche la canonica del paese, in località Plankerhoff, a Frassilongo, un complesso che sorge a pochi chilometri dalla sua azienda agricola. 

I carabinieri stanno cercando di ricostruire quei terribili minuti all’interno della stanza da letto di Agitu, che da circa tre anni aveva preso con sé un collaboratore per l’azienda agricola, un ghanese di 32 anni, di nome Adams. Un pastore che lei aveva accolto e aiutato. L’uomo è stato fermato in serata e portato in caserma dove è stato interrogato per ore e sembrerebbe che abbia confessato. Non è ancora chiaro il movente, sono tante le ombreegli interrogativi che avvolgono il delitto.

L'azienda si occupa di allevamento caprino (capra pezzata mochena), eseguito attraverso metodo biologico e di trasformazione della materia prima: produce formaggi biologici da pascolo da erba, yogurt ed anche prodotti di cosmesi con latte di capra. Nel giugno scorso in piena crisi economica causata dalla pandemia di Covid-19, Agitu Ideo Gudeta aveva aperto in piazza Venezia a Trento la prima 'Bottega della Capra Felice'. L’ultimo messaggio della donna — affidato ai social network nei giorni scorsi — forse voleva essere un appello all’integrazione: "Buon Natale a te che vieni dal sud e dal nord".

EDIT ORE 9,53:  Si chiama Adams Suleimani, 32 anni, originario del Ghana, l'uomo che nella notte ha confessato di aver ucciso a martellate Agitu Ideo Gudeta, 42 anni, etiope da dieci anni in Trentino e simbolo dell'integrazione. Il corpo senza vita della donna è stato ritrovato ieri pomeriggio nella sua abitazione a Maso Villalta a Frassilongo in Valle dei Mocheni in Trentino. L'uomo è un dipendente dell'azienda agricola biologica 'La Capra Felice' fondata della Gudeta. Suleimani, che ha parlato di lite scoppiata per il mancato versamento di uno stipendio, ha confessato nel corso della notte dopo ore di interrogatorio ai carabinieri coordinati dal tenente colonnello Michele Capurso, comandante del reparto operativo di Trento. Successivamente è stato condotto in carcere. Inizialmente le indagini si erano anche focalizzate sull'uomo di Fierozzo che due anni fa aveva minacciato ed aggredito Agitu - venne condannato nel gennaio scorso per lesioni e non per odio razziale - ma è risultato estraneo al delitto. Agitu è stata violentata mentre era a terra agonizzante. 

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