"L'Aids si contrae con un bacio o un abbraccio". Hiv e giovani: in pochi usano precauzioni
Tre studenti su quattro hanno avuto rapporti sessuali senza profilattico. Tra pericoli e disinformazione, ecco i dati del sondaggio "EducAids" della Lila di Cagliari
Il primo dicembre sarà la Giornata mondiale contro l'Aids. E mentre, per l'occasione, il Ministero della Salute lancia la campagna di comunicazione "Con l'Hiv non si scherza, proteggi te stesso e gli altri" - con due spot televisivi che andranno in onda sulla Rai a partire da questo venerdì - sono 3.451 le nuove diagnosi di infezione da Hiv registrate nel 2016, secondo una ricerca dell'Istituto superiore di Sanità. Le regioni italiane con l'incidenza più alta sono Lazio, Marche, Toscana e Lombardia; l'incidenza maggiore si registra nella fascia d'età 25-29 anni.
Viene da chiedersi: i giovani italiani conoscono i rischi connessi al contagio? Sono informati e usano precauzioni? Solo in parte, a giudicare dai dati del "Lila Report 2017" presentato oggi a Roma, una ricerca effettuata dalla Lega italiana per la lotta contro l'Aids tra studenti con un'età tra i 16 e i 18 anni. Più di un ragazzo su dieci pensa erroneamente che l'Hiv si possa contrarre con un bacio. Il 4,2% degli intervistati, invece, ritiene che come modo per contrarre il virus basti il contatto fisico. Per l'1% dei ragazzi intervistati basta un abbraccio. Tutti, in realtà, comportamenti non pericolosi.
Il progetto EducAids 2017
Il campione analizzato è di 3.389 ragazzi di età compresa tra i 16 e i 18 anni degli istituti secondari superiori di Cagliari e provincia. Dal 2 febbraio al 17 maggio 2017, la Lega italiana per la lotta contro l'Aids sede di Cagliari ha somministrato un questionario al fine di indagare le conoscenze, gli atteggiamenti e le rappresentazioni rispetto alla percezione del rischio della trasmissione dell’Hiv nella popolazione studentesca. La ricerca si è orientata con maggiore precisione verso i comportamenti dei partecipanti relativamente all’uso del profilattico e di altri contraccettivi e sulle motivazioni che spingono gli studenti a preferirli o a evitarli (qui tutti i dettagli del Report 2017).
Cosa è emerso? I giovani studenti conoscono i rischi, sanno che il sesso non protetto aumenta le probabilità di trasmissione del virus dell'Hiv, eppure molti di loro ammettono di aver avuto rapporti "pericolosi". Del 50,2% che ha dichiarato di aver già avuto rapporti sessuali, infatti, il 27% non ha mai fatto uso del preservativo, mentre solo il 25,6% ha affermato di averlo utilizzato sempre. Secondo i dati del Report, il 98,8% conosce i rischi del sesso senza protezioni: il 74,4% degli intervistati, però, non ha preso precauzioni almeno in un’occasione. Il profilattico è il metodo contraccettivo preferito dai maschi che non hanno una relazione fissa. La pillola anticoncezionale viene preferita invece dalle coppie. Tra chi non usa mai il preservativo o lo fa solo occasionalmente è diffusa la convinzione che non serva o che sia scomodo. Per alcuni, inoltre, il prezzo dei preservativi sarebbe troppo alto.
L'informazione e la prevenzione, insomma, non bastano mai. "C'è poca consapevolezza tra i ragazzi e le ragazze sulle malattie sessualmente trasmissibili e sull'Aids, come se l'Aids fosse scomparso. Non è così - ha sottolineato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin -. L'incremento è dovuto, nella maggior parte dei casi, per l'abbassamento della percezione del rischio e quindi con comportamenti non corretti, non protetti che portano poi all'insorgenza di alcuni casi realmente gravissimi e di altri di cui non aveva contezza, penso alla sifilide o alla gonorrea. Motivi per cui con il ministero abbiamo pensato a una serie di campagne modulate su diverse fasce di età, su diverse sensibilità, per cercare di riattivare un allarme in questo senso".