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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Genova

Albano Crocco, gli hanno tagliato la testa mentre era ancora vivo: indagato il nipote

Esito choc dall'autopsia eseguita sul corpo di Albano Crocco: l'uomo sarebbe quindi stato ucciso con un'arma affilata che gli ha tranciato via la testa mentre la vittima tentava di difendersi dall'aggresione. Per l'omicidio è indagato Claudio Borgarelli

GENOVA – Esito choc dall'autopsia eseguita sul corpo di Albano Crocco: l'ex infermiere di 68 anni dell'ospedale San Martino in pensione, andato nei boschi tra le alture di Chiavari per cercare funghi, sarebbe stato decapitato quando era ancora vivo. L'uomo sarebbe quindi stato ucciso con un'arma affilata che gli ha tranciato via la testa mentre la vittima tentava di difendersi dall'aggresione.

Il colpo di fucile da caccia che aveva colpito alla schiena la vittima infatti non l'aveva resa impotente, anzi Albano Crocco avrebbe tentato di dimenarsi tanto che la mano destra risulta colpita da una lama. L'esame ha anche stabilito che ad uccidere il cercatore di funghi è stato un destrimano, con ogni probabilità la stessa persona che in precedenza gli aveva sparato.

Il killer, dopo avergli reciso il collo con due o tre colpi ben assestati ha poi trascinato il cadavere per un centinaio di metri per gettarlo nel dirupo nei boschi di Lumarzo, vicino Genova, dove è stato trovato. Lungo il sentiero gli investigatori hanno ritrovato il portafoglio e il cellulare dell’uomo, oltre ad evidenti tracce di sangue

Per l'omicidio è indagato Claudio Borgarelli, nipote della vittima, assistito dall'avvocato Antonio Rubino. In passato, su stessa ammissione di Borgarelli, lui e Crocco avevano avuto alcune liti sullo smaltimento di detriti nei rispettivi terreni.

Parlando coi giornalisti, Borgarelli aveva inoltre dichiarato di aver visto l’auto dello zio Albano Crocco la mattina della sua scomparsa: "Ho visto la sua auto posteggiata sotto casa mia, dove finisce la strada carrabile. Ho fatto dei lavoretti e poi sono uscito, sono andato a Genova per alcune commissioni e fatto benzina. A che ora sono rientrato? Non me lo chieda, non ne ho più pallida idea" .

Il 14 ottobre per l’uomo è arrivata la notifica di iscrizione nel registro degli indagati. Un atto dovuto, spiegano gli inquirenti e il suo avvocato Antonio Rubino, a causa del ritrovamento della pistola e dei coltelli, regolarmente detenuti, ma anche arnesi da lavoro come roncole, asce e machete. Il materiale acquisito, tra cui alcuni indumenti, è stato inviato ai laboratori del Ris di Parma dove sarà analizzato. 

Ma Borgarelli non è l'unico sospettato. Le attenzioni degli inquirenti si concentrano anche su altri due soggetti che avrebbero avuto litigi con la vittima e che presenterebbero un ‘profilo’ compatibile con l’assassino, ovvero qualcuno che abbia dimestichezza con grosse armi da taglio.

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