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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Milano

Alberto Genovese: l'accusato che "non ricorda" gli stupri

Le testimoni presenti alle feste con cocaina della Terrazza Sentimento indicano altre tre presunte vittime. Ma lui dice che la dipendenza dalla droga non gli fa ricordare nulla

Alcune testimoni del caso di Alberto Genovese, l'ex fondatore di Facile.it (uscito dalla società nel 2014) accusato di aver violentato e torturato una ragazza di 18 anni nel suo superattico con vista Duomo in piazza Santa Maria Beltrade a Milano, dicono che sarebbero state altre tre le vittime dell'uomo che, secondo l'accusa, avrebbe stordito le sue vittime con la droga dello stupro prima di stuprarle. Ma lui ieri in Procura ha detto di non ricordare nulla: "Quello che è successo è colpa dell’abuso di droga. Io non volevo fare del male a quella ragazza. Se è vero quello che mi contestate, non ho fatto una bella cosa», ha dichiarato l’imprenditore, assistito dai legali Davide Ferrari e Luigi Isolabella.

Alberto Genovese: l'accusato che "non ricorda" gli stupri

E, racconta oggi Repubblica, ha poi aggiunto che la vittima si era appartata con lui consapevolmente, che aveva consumato droga con lei senza costrizioni in camera da letto. Del resto, ha spiegato, non ha coscienza. Gli accertamenti hanno permesso di ricostruire che durante una festa organizzata dall'uomo, la giovane sarebbe stata costretta a subire ripetuti rapporti sessuali e ad assumere cocaina e ketamina. Le accuse nei confronti di Genovese sono di violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni gravissime. 

 Al giudice delle indagini preliminari, che ha disposto per lui la custodia cautelare in carcere, aveva parlato di "spirale che mi ha messo sempre più in difficoltà", di cui era "fiero", e aveva manifestato la volontà di volersi disintossicare, assicurando che la sua "percezione della serata trascorsa" con la giovane vittima lo scorso 10 ottobre era quella di due "innamorati" che stavano trascorrendo momenti bellissimi. Stamani lo stesso refrain. "Alberto Genovese - è la descrizione che ha dato di sè - non è più quello di 5 anni fa. Un gran lavoratore che ha costruito un impero dal niente. Non sono nulla di tutto questo".

Secondo il quotidiano il suo racconto sulla dipendenza dalle droghe potrebbe preludere a una richiesta di perizia che definisca la gravità della sua dipendenza da stupefacenti, ormai “cronica” secondo la sua linea difensiva, per portare al riconoscimento di un vizio totale di mente. Uno stato di alterazione che non si limiterebbe a quella notte ma che sarebbe diventato costante nella vita dell’imprenditore. 

Una strategia difensiva dietro le amnesie di Genovese?

Il Corriere della Sera ricorda oggi che di droga in casa gliene hanno trovata tanta e di tutti i tipi: quaranta grammi tra cocaina, chetamina e mdma chiusi in cassaforte. Quello di ieri, comunque, è il primo di una serie di interrogatori che i pm intendono programmare non solo per ricostruire il festino nella 'Terrazza Sentimento', per cui il 43enne è a San Vittore, ma anche per far luce su altre presunte violenze, su profili di favoreggiamento e complicità, sul giro di droga e, si sospetta, di prostituzione, con un faro acceso sull'agenzia di modelle di cui Genovese detiene una quota. Insomma l'indagine aperta sarà a 360 gradi e prevede verifiche pure su presunte pressioni economiche per condizionare alcune testimonianze e su eventuali collegamenti con l'inchiesta bolognese ribattezzata 'Villa Inferno', su party a base di sesso e cocaina alle quali avrebbero partecipato, tra le altre, una giovanissima squillo, ritrovata tra le ospiti nell'attico di super lusso di Genovese.

La ragazza torturata per 24 ore nel superattico con vista Duomo

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