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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

La ragazza torturata per 24 ore nel superattico con vista Duomo

Secondo il Gip, Alberto Genovese ha abusato del corpo della 18enne "come se fosse quello di una bambola di pezza". Ed anche quando "la vittima ha ripreso un barlume di lucidità, iniziando ad opporsi (...) sino ad implorare il suo aguzzino di fermarsi, lei non è stata ascoltata dal carnefice che, imperterrito, ha proseguito (...) a drogarla e a violentarla"

Il gip di Milano Tommaso Perna ha convalidato il fermo e disposto il carcere ieri per Alberto Genovese, l'imprenditore che ha fatto fortuna con Facile.it, la start- up poi ceduta, ed ora in cella per aver prima stordito con un cocktail di droga e poi stuprato una ragazza da poco 18enne da lui invitata ad un festino nel suo superattico con vista sul Duomo.

La ragazza torturata per 24 ore nel superattico con vista Duomo

Secondo il giudice Genovese avrebbe "una spinta antisociale elevatissima ed un assoluto disprezzo per il valore della vita umana, soprattutto di quella delle donne. Lui da parte sua ha ammesso di essere dipendente dalla cocaina: "È stata una spirale che mi ha messo sempre più in difficoltà. Ogni volta che mi drogo ho allucinazioni (...). Non ho la percezione del limite esatto tra legalità e illegalità quando sono drogato. Voglio smettere di drogarmi e vorrei farlo con dei professionisti". Ma nell'ordinanza il Gip disegna per il 43enne una personalità "altamente pericolosa, giacché del tutto incapace di controllare i propri impulsi violenti e la propria aggressività sessuale. È, pertanto, elevato - sottolinea - il pericolo che tale propensione (..) possa trovare ulteriore sfogo in altri fatti illeciti dello stesso tipo o di maggiore gravità".

Nell'ordinanza  si evidenzia come Genovese, nonostante avesse fatto uso di sostanze stupefacenti, fosse rimasto "sempre lucidissimo". E come abbia agito "prescindendo dal consenso della vittima, palesemente non cosciente (...), tanto da sembrare in alcuni frangenti un corpo privo di vita" di cui l'uomo ha "abusato, come se fosse quello di una bambola di pezza". Ed anche quando "la vittima ha ripreso un barlume di lucidità, iniziando ad opporsi (...) sino ad implorare il suo aguzzino di fermarsi, lei non è stata ascoltata dal carnefice che, imperterrito, ha proseguito (...) a drogarla e a violentarla". Quindi, secondo il gip, che si riporta alle dichiarazioni rese dall'imprenditore ieri, durante il suo interrogatorio, "appare pertanto inverosimile sostenere che egli non avesse percezione della realtà o che, nella sua immaginazione, avesse trascorso una serata bellissima con la sua amata".  

Un video di Alberto Genovese in cui parla di una startup

La ragazza è stata torturata per 24 ore nel superattico con vista sul Duomo dell'imprenditore e quando ha chiesto al suo aguzzino di fermarsi non è stata ascoltata. Anzi: per raggiungere il suo scopo «non ha esitato a legarla a letto e ad ammanettarla ai polsi e alle caviglie». La Stampa scrive oggi che le ha procurato ferite così atroci che il medico legale che l’ha presa in cura ha dichiarato: "Non mi era mai capitato di vedere qualcosa di così cruento". Quella del 10 ottobre scorso potrebbe non essere l'unica violenza di cui Genovese potrebbe essere accusato: un’altra ventenne si è fatta avanti per denunciare abusi subiti dall’imprenditore. Gli investigatori stanno cercando traccia di eventuali altre violenze nei filmati sequestrati che dovrebbero contenere immagini di almeno altri due festini.

Alberto Genovese: l'accusa di stupro all'inventore di Facile.it

C'è dell'altro. Il Corriere della Sera scrive oggi che nella cerchia di Alberto Genovese tutti sapevano o sospettavano delle sue abitudini. C'era il buttafuori che faceva la guardia fuori dalla camera da letto il 10 ottobre, ma anche altri:

Il film da Arancia meccanica comincia invariabilmente con le ragazze che bussano al lussuoso palazzo in Piazza Santa Maria Beltrade. Al sesto piano ci sono «una ventina di persone — racconta una modella alla Polizia — in gran parte ragazze della nostra età mentre gli uomini hanno tra i 30 e i 40 anni». Le ragazze non disdegnano qualche «riga» della coca messa a disposizione degli ospiti.

L’interesse di Genovese, dichiara la testimone, si concentra su una delle ragazze, che convince a seguirlo in camera sua. Quando l’amica con cui era arrivata va a cercarla, il buttafuori la blocca: «Nessuno poteva disturbare». La rivedrà solo il giorno dopo quando le confesserà di essere stata violentata. Alla Polizia la teste ora riferisce che c’erano «voci» che dicevano che Genovese drogava le ragazze per «essere libero di fare ciò che voleva».

Fino all'arresto di domenica. 

Alberto Genovese: i festini con coca e stupri nell'attico con vista Duomo

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