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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Tribunale concede alimenti a una no vax povera sospesa dal lavoro

Negarle la retribuzione e altre misure di sostegno sarebbe “gravemente lesivo della dignità della persona”

Sì del Tribunale del Lavoro di Brescia all’assegno alimentare per una donna no vax dipendente di un'azienda sanitaria, sospesa dal lavoro e non retribuita per aver deciso di non vaccinarsi contro il Covid. La decisione è stata presa dalla giudice Mariarosa Pipponzi considerando la particolare situazione economica della dipendente no vax. La donna è povera, "vive sola, non ha altri mezzi di sussistenza tranne il proprio stipendio da lavoratrice dipendente, è in affitto in una casa popolare e negli ultimi due mesi non è riuscita a pagare il canone”. I giudici hanno rimesso la questione alla Consulta chiedendole di pronunciarsi sulle conseguenze del mancato adempimento dell'obbligo vaccinale da parte del personale sanitario. Si ipotizza la violazione degli articoli 3 (uguaglianza dei cittadini) e 4 della Costituzione (diritto al lavoro). Fino ad allora la donna, aiutata da una sorella e da associazioni di volontariato, avrà diritto a "un assegno alimentare in misura non superiore alla metà dello stipendio".

Le motivazioni

La sospensione della dipendente dal lavoro durerà fino al 31 dicembre 2022. Stando alle vigenti disposizioni sino ad allora la donna sarà impossibilitata a svolgere la sua attività presso qualsiasi altra struttura anche privata. Inoltre, non potrà fruire dei benefici previsti in caso di licenziamento, quali l’indennità di disoccupazione. Negarle la retribuzione e altre misure di sostegno, spiega il magistrato, sarebbe “gravemente lesivo della dignità della persona”.

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