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Mercoledì, 24 Aprile 2024
CRONACA / Perugia

Caso Meredith, nessun rischio di arresto per Amanda e Raffaele

Dopo la decisione della Cassazione di annullare le assoluzione, Knox e Sollecito torneranno alla sbarra. Ma per loro non si aprirà il carcere. New York Times: "Se condannata, Amanda sarà estradata"

Amanda Knox e Raffaele Sollecito non rischiano l'arresto dopo il verdetto con cui la Cassazione ha annullato le loro assoluzioni per l'omicidio Meredith. Un'eventuale richiesta di misura cautelare a carico degli imputati, infatti, può essere avanzata dalle procure soltanto in caso di condanna e quando sussistano elementi che fanno pensare a un pericolo di fuga.

Allo stato, però, Raffaele e Amanda non hanno una condanna a loro carico ma sono 'solo' state annullate le loro assoluzioni, sulle quali dovrà pronunciarsi la Corte d'assiste di appello di Firenze.

Per i due il rischio di tornare in carcere sussiste soltanto in caso condanna in sede di appello-bis o se la Cassazione dovesse rendere definitiva una loro condanna. Per Amanda, inoltre, andrebbe addirittura richiesta l'estradizione.

E proprio sull'estradizione interviene il New York Times che titola "sentenza di assoluzione capovolta". Il quotidiano sottolinea come "spesso i media negli Stati Uniti hanno ritratto la Knox come un'americana ingenua incappata erroneamente nella palude di un sistema legale italiano che non funziona". Ora - prosegue il quotidiano di Manhattan - "la prospettiva è che Amanda Knox possa essere riprocessata in sua assenza e alla fine, se condannata, affrontare l'estradizione".

Intanto Amanda, parlando della sentenza della Cassazione, ha chiesto "un'inchiesta oggettiva", definendo "dolorosa" la notizia dell'annullamento dell'assoluzione. "E' stato doloroso apprendere che la Corte Suprema italiana ha deciso di rinviare il mio processo per una revisione, nonostante la teoria dell'accusa di un mio coinvolgimento nella morte di Meredith si sia rivelata a più riprese interamente infondata e ingiusta" ha dichiarato Knox in un comunicato diffuso dal suo portavoce a Seattle, negli Stati Uniti, dove abita. "Credo che tutte le questioni relative alla mia innocenza debbano essere esaminate con un'inchiesta oggettiva e dei procuratori competenti".

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