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Venerdì, 29 Marzo 2024
Picchiato a morte / Macerata

Alika ucciso in pochi minuti in strada, la famiglia: "Ferlazzo perché non era vigilato?"

Proseguono le indagini per la morte dell'ambulante nigeriano a Civitanova. Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, operaio di 32 anni, ha confessato e chiesto scusa. I parenti della vittima: "Non basta"

Non trova pace la moglie di Alika Ogorchukwuch, l'ambulante nigeriano ucciso a Civitanova a colpi di stampella in pieno giorno e sotto gli occhi dei passanti. Si chiede il perché di tanta violenza contro il padre di suo figlio e chiede giustizia. "Giustizia, non vendetta" ripete il legale della famiglia, Francesco Mantella in un'intervista a SkyTg24. In arresto per l'omicidio c'è Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, operaio di 32 anni. Ha confessato, ha chiesto scusa. Lunedì si terrà l'interrogatorio di garanzia e martedì verrà effettuata l'autopsia su Alika. Non si esclude che venga eseguita una perizia psichiatrica sull'indagato. Nel frattempo non si spengono le polemiche per l'atteggiamento di chi, al momento dell'aggressione, era presente. Nessuno ha provato a separare i due uomini.

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Alika, gettato a terra e colpito a morte

Alika aveva 39 anni e abitava a San Severino Marche con la moglie e il loro bimbo. Passava le giornate davanti ai negozi: vendeva piccoli oggetti e chiedeva qualche moneta. Alle 14.30 di venerdì 29 luglio Alika è stato brutalmente ucciso in corso Umberto I, nel centro di Civitanova Marche.  L'aggressore lo ha colpito con la stampella che il nigeriano usava da quando aveva avuto un incidente. Colpi in testa, al torace, al viso. Fino a quando Alika resta per terra immobile.

La confessione di Ferlazzo: "Chiedo scusa"

Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, 32 anni, è stato idividuato poco dopo il delitto e ha confessato. "Chiedo scusa alla famiglia della vittima", le sue parole affidate ai legali nel corso di un colloquio. Dalla ricostruzione fornita dall'uomo, tra lui e l'ambulante nigeriano sarebbe nata una lite perché "chiedeva insistentemente l'elemosina e ha anche tenuto per un braccio la mia fidanzata". 

La famiglia di Alika: "Perché Ferlazzo non era vigilato?"

"Si è trattato di un'aggressione ingiustificabile. Le scuse di Ferlazzo non bastano, ora serve solo giustizia e non vendetta. E' difficile riuscire a comprendere quello che è successo", ha detto l'avvocato della famiglia di Alika Ogorchukwuch, Francesco Mantella. "Non so dove si voglia andare con una perizia psichiatrica, difficile fare commenti. Verificheremo con grande attenzione tutto quello che verrà offerto alla Procura affinchè si valuti la condotta di Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo" .

"Se c'è un risvolto psichiatrico che si inserisce nelle cause dell'omicidio di Alika - ha aggiunto - serve riflettere: se Ferlazzo aveva un amministratore di sostegno, pare fosse la madre, perché questi non era vigilato? Bisognerà avviare una serie di verifiche. Abbiamo piena fiducia nell'operato della Procura di Macerata".

L'omicidio di Alika ripreso con i cellulari e la polemica

In tanti hanno assistito all'omicidio di Alika Ogorchukwu. Qualcuno ha urlato, altri hanno ripreso tutto col cellulare. Nessuno però ha provato a separare la vittima dall'aggressore. Una non reazione che ha scatenato aspre polemiche. Chi era presente però respinge le accuse di indifferenza. "Era impossibile dividerli - spiega un testimone- quel tipo era feroce. Gli gridavo: 'Basta, lo ammazzi'. Ho allontanato la stampella. Inutile lo stava finendo a mani nude. Per poi alzarsi e andare via". 

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