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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Milano

Amianto in metropolitana, a processo due ex manager dell'Atm per omicidio colposo

Sono sei i morti di tumore tra il 2009 e il 2015, mentre altri due lavoratori della società dei trasporti di Milano si sono ammalati per la presenza di fibre e polveri di amianto nei tunnel della metropolitana e nei depositi dei mezzi di superficie

Andranno giudizio i direttori generali di Atm, la società dei trasporti pubblici milanesi, in carica fra il 1988 e il 2001, Elio Gambini e Roberto Massetti. Il Giudice per l'udienza preliminare, Dott.ssa Elisabetta Meyer, ha accolto le richieste del PM Dott. Maurizio Ascione e dei difensori di parte civile, tra i quali l’Avv. Ezio Bonanni, e ha disposto il rinvio a giudizio degli ex direttori generali dell'azienda di trasporti Atm, Elio Gambini e Roberto Massetti.

I due ex manager di Atm sono accusati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi in relazione alla morte per tumore di sei dipendenti Atm e ai casi di altri due lavoratori che si sono ammalati per la presenza di fibre e polveri di amianto nei tunnel della metropolitana milanese e nei depositi destinati al ricovero notturno dei mezzi di superficie.

I due imputati, all’epoca dell’attività lavorativa dei deceduti e di coloro che hanno contratto patologie asbesto correlate, erano titolari delle posizioni di garanzia: in altre parole, avrebbero dovuto evitare quell’esposizione ad amianto che poi ha provocato patologie mortali e/o lesive.

L'inizio del dibattimento è stato fissato innanzi il Tribunale Monocratico di Milano, XI° Sezione, per l’udienza del 13. gennaio 2017. L’ATM è stata già citata come responsabile civile, e quindi dovrà rispondere in solido con gli imputati di tutti i danni, patrimoniali e non patrimoniali, patiti e patiendi, sofferti dalle costituite parti civili.

All’udienza dibattimentale, l’Osservatorio Nazionale sull’Amianto si costituirà parte civile per coadiuvare la pubblica accusa e sostenere le ragioni delle vittime e dei loro famigliari.

"Sarebbe stato sufficiente utilizzare materiali sostitutivi, ovvero porre a conoscenza i dipendenti del rischio amianto e dotarli di maschere protettive e di altri presidi per evitare l’esposizione e quindi la lesione alla salute e le più tragiche conseguenze che si sono verificate e per le quali è necessario che si faccia luce. Purtroppo temiamo anche per altri lavoratori e quindi auspichiamo che venga istituito un servizio di sorveglianza sanitaria per tutti coloro che hanno svolto le stesse mansioni dei deceduti e negli stessi periodi" dichiara l’avvocato Ezio Bonanni, che rappresenta alcuni familiari di vittime costituite parti civili, oltre ad essere il presidente dell’ONA.

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