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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Critica il governo, "è un terrorista": storie di persone in pericolo

Con la presidenza italiana dell'Ue, Amnesty International si appella al nostro governo per ricordare come l'Europa da sempre promuova il rispetto dei diritti umani. Così ci racconta le undici storie di persone in pericolo, che potrebbero essere salvate con un intervento del nostro governo. La storia di Eskinder Nega, giornalista condannato a 18 anni di carcere

Nel 2011 il giornalista etiope Eskinder Nega viene arrestato per aver criticato il governo, visto che più volte il suo dito era puntato contro le leggi antiterrorismo, usate in Etiopia per mettere a tacere i dissidenti.

"LIBERTA' DI ESPRESSIONE E' TERRORISMO" - Quella di Eskinder è una storia nota ai giornalisti di tutto il mondo, visto che il suo impegno professionale e politico è stato sempre per la libertà di stampa ed espressione. Ma questo gli è costato una condanna a 18 anni di reclusione e un processo per "incitamento ad azioni terroristiche, alto tradimento e partecipazione a un'organizzazione di stampo terroristico".  L'organizzazione a cui si faceva riferimento nelle accuse è in realtà il gruppo illegale 'Ginbot 7', un movimento che in Etiopia si batte per giustizia, libertà e democrazia.

Eskider è stato processato ben otto volte e dai primi mesi del 2014 è sottoposto a limitazioni di visite in carcere, sia di familiari che dei suoi legali. Spiega Amnesty:

In Etiopia le autorità ricorrono spesso ad accuse di reati collegati al terrorismo per mettere a tacere le critiche

COSA FARE - Secondo la ong il nostro Paese potrebbe impegnarsi per che l'Unione Europea possa fare pressione sul governo etiope, chiedendo la scarcerazione di Eskinder Nega e di tutti i suoi colleghi nella stessa condizione. Per fare questo dovrebbe anche chiedere di modificare le leggi che limitano la libertà d'espressione e di associazione. Sarebbe l'occasione per far rispettare all'Etiopia e ad altri Paesi gli obblighi internazionali che tutelano la libertà di espressione e critica di giornalisti e attivisti.

Ma non solo i governi possono agire: Amnesty sul proprio sito ha pubblicato un appello che è possibile firmare per sostenere la causa di Eskinder.

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