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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Iraq, dove la morte arriva dopo la tortura: storie di persone in pericolo

Con la presidenza italiana dell'Ue, Amnesty si appella al governo per ricordare come l'Europa da sempre promuova il rispetto dei diritti umani. Undici storie di persone in pericolo, che potrebbero essere salvate con un intervento del governo

Il 21 luglio 2006 Ahmad'Amr 'Abd al-Qadir Muhammad è stato arrestato a Baghdad dalle forze di sicurezza e tenuto in isolamento per oltre un anno. Secondo il suo racconto sarebbe stato torturato e costretto a confessare crimini che non aveva commesso, come quello di appartenere a un gruppo armato che avrebbe organizzato attentati nella in Iraq.

IN ATTESA DELL'ESECUZIONE - Per questo il 17 maggio 2011 è stato condannato a morte sulla base della legge antiterrorismo del 2005 e ancora oggi è detenuto presso il carcere al-Kadhimiya di Baghdad. Da quel giorno rischia l'esecuzione in ogni momento. Non ci sono attualmente prove che colleghino Ahamad agli attentati avvenuti in territorio iracheno.

In Iraq nel 2004 la pena di morte è stata reintrodotta e spesso se ne è fatto ricorso. Secondo Amnesty International c'è la documentazione di almeno 169 esecuzioni soltanto nel 2013 e già dall'inizio del 2014 ce ne sarebbero state almeno 47. Molti dei "morti di stato" sarebbero stati condannati in base a confessioni estorte sotto tortura.

COSA FARE - A partire dal 1998 il Consiglio dell'Unione europea ha elaborato una serie di "linee guida" in materia di diritti umani, che costituiscono il quadro di riferimento per la loro promozione e la protezione nei Paesi terzi nell’ambito della politica estera e di sicurezza comune. Con la presidenza italiana l'Unione dovrebbe commutare la pena di morte nei confronti di Ahmad 'Amr 'Abd al-Qadir Muhammad, per poi consentirgli un nuovo processo che rispetti gli standard internazionali. Sarebbe però anche l'occasione per dichiarare una moratoria ufficiale sulle esecuzioni, in vista dell'abolizione della pena di morte, come richiesto spesso anche dall'Assemblea generale dell'Onu. Su questo tema sul sito dell'organizzazione è possibile firmare un appello.
 

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