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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Dalla piazza al carcere: storie di persone in pericolo

Con la presidenza italiana dell'Ue, Amnesty si appella al governo per ricordare come l'Europa da sempre promuova il rispetto dei diritti umani. Undici storie di persone in pericolo, che potrebbero essere salvate con un intervento del governo. La storia di piazza Bolotnaya

Nel 2012 le forze dell'ordine di Mosca hanno disperso una manifestazione autorizzata in piazza Bolotnaya. La "March of millions" aveva come punto d'arrivo la piazza e le ragioni della protesta erano quelle contro il governo Putin e la sua legittimità. Secondo diversi giornalisti e attivisti politici le elezioni del 2011 sarebbero state manipolate. In ogni caso il processo elettorale non risultava trasparente.

Così diverse sono state le proteste iniziate nel 2011, che sono andate avanti per circa due anni. Una di queste era la marcia che aveva come obiettivo piazza Bolotnaya. Qui sono state arrestate tra le 400 e le 600 persone con l'accusa di reati amministrativi e 27 di loro è stata perseguita per "disordini di massa" e reati a vario titolo contro i funzionari statali. Uno degli accusati si è suicidato, due sono stati condannati, diciotto sono tenuti agli arresti, sei sono in attesa di giudizio in Russia e uno è fuggito all'estero. Più di 13mila i testimoni interrogati, per la maggior parte agenti di polizia.

Secondo Amnesty International, anche se si sarebbero verificati alcuni episodi di violenza, non possono essere definiti come "disordini di massa". L'ong chiede dunque che:

Le accuse di partecipazione o incitamento a disordini di massa siano fatte decadere e ritiene il processo politicamente motivato, voluto dalle autorità per scoraggiare altre proteste pacifiche
 

Dieci delle persone persone arrestate sarebbero per Amnesty "prigionieri di coscienza, privati della libertà solo per aver esercitato pacificamente i loro diritti alla libertà di espressione e di riunione".  

IL CASO KOSENKO - Uno degli arrestati è Mikhail Kosenko, condannato in un processo separato al trattamento obbligatorio in un istituto psichiatrico a tempo indeterminato. Recentemente il tribunale di Mosca ha stabilito il rilascio dell'uomo per ricevere il trattamento presso un ambulatorio. A breve si dovrebbe comprendere se verrà rilasciato o meno. Ma la sua condanna rimarrà e il trattamento psichiatrico impostogli non verrà cancellato.

COSA FARE - Amnesty International chiede il rilascio immediato e incondizionato di tutti i prigionieri di coscienza e l'annullamento delle condanne, visto che diverse sono le prove di abusi della polizia in piazza. Nessun agente in questo momento è però sottoposto a processo. E aggiunge qualche considerazione:

I verdetti del processo di Bolotnaya rientrano in un giro di vite più ampio sulla libertà di riunione, associazione ed espressione dal 7 maggio 2012, quando Vladimir Putin è tornato a essere il presidente della Russia.


L'occasione della presidenza italiana dell'Unione europea potrebbe essere colta facendo pressione sulla Russia per il rilascio e per far decadere le condanne. In particolare quella che grava su Mikhail Kosenko e sul trattamento psichiatrico che gli è stato imposto. Inoltre saranno necessarie delle indagini sugli episodi di abusi di polizia in piazza. Ma non soltanto: per farsì che vengano pienamente tutelati i diritti umani di tutti i cittadini russi Amnesty chiede un monitoraggio costante di tutti "i processi giudiziari di rilievo collegati al tentativo delle autorità russe di reprimere i diritti alla libertà di espressione, riunione e associazione nel paese e, quando necessario, rendere pubbliche le conclusioni degli osservatori al processo". Anche su questo argomento è possibile firmare un appello sul sito dell'organizzazione.

 

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