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Venerdì, 29 Marzo 2024
Guerriglia urbana / Milano

Scontri al corteo degli anarchici: 11 fermati e 6 poliziotti feriti

Gli antagonisti hanno manifestato in solidarietà ad Alfredo Cospito, che è stato trasportato in ospedale

Mazze, caschi, bastoni e striscioni. Assalti a un'agenzia immobiliare e a una banca. E poi uno scontro con polizia e carabinieri. È il corteo degli anarchici nel centro di Milano nel pomeriggio di sabato 11 febbraio. Gli antagonisti hanno protestato in solidarietà con Alfredo Cospito, il 55enne della federazione anarchica informale condannato per strage politica, che rischia l'ergastolo e in sciopero della fame da oltre cento giorni per protestare contro il 41 bis. 

Il bilancio degli scontri

Sono undici gli anarchici accompagnati in questura durante il corteo. La loro posizione "viene valutata ai fini della segnalazione di eventuali responsabilità in ordine ai danneggiamenti" che si sono registrati lungo il percorso. Lo rende noto la questura di Milano.

La manifestazione si è conclusa dopo scontri accesi e diversi momenti di tensione. Il dispositivo di ordine pubblico predisposto dalla questura di Milano con la polizia di Stato, l'arma dei carabinieri, la guardia di finanza e la polizia locale, "ha fronteggiato più volte gli oltre 400 manifestanti, giunti da più parti d'Italia, che, con agire intimidatorio e violento, hanno lanciato oggetti" verso le forze dell'ordine e i giornalisti.

Lungo viale Sabotino, via Vittadini e la Darsena, i manifestanti "hanno danneggiato e imbrattato esercizi commerciali e, nel corso delle azioni di contenimento operato dalle forze dell'ordine, sei poliziotti del Reparto mobile sono rimasti feriti" e sono dovuti andare in ospedale per essere medicati.

Alfredo Cospito in ospedale

Intanto ''su indicazione dei sanitari, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha disposto oggi il trasferimento in ospedale, in via precauzionale, del detenuto Alfredo Cospito dal carcere milanese di Opera. Dalle 18.39, Cospito si trova in una delle camere riservate ai detenuti in regime di 41bis. La salute di ogni detenuto costituisce priorità assoluta''.

Gavettoni contro i giornalisti e vetrine sfasciate 

Circa duecento le persone (poi diventate 400) che hanno dato vita a un corteo alle ore 17 circa. Sono partiti da piazza XXIV Maggio in direzione viale Col di Lana. Carabinieri e polizia hanno seguito l'evolversi degli eventi. Durante i primi istanti della protesta sono stati lanciati gavettoni d'acqua in direzione dei media presenti. Alcuni commercianti hanno abbassato le saracinesche per timore che i manifestanti possano danneggiare le vetrine. Il timore si è trasformato in realtà poco dopo quando i manifestanti hanno danneggiato una filiale della banca Credit Agricole di viale Bligny. Poco dopo, sempre in viale Bligny, i manifestanti hanno danneggiato un'agenzia immobiliare. Intorno alle 18.10 la polizia ha chiuso il corteo all'angolo tra viale Sabotino e via Agnesi. Intorno alle 18.20 si sono verificati degli scontri tra manifestanti e forze dell'ordine.

Da quando Cospito è stato trasferito a Opera - proprio per monitorare il suo stato di salute -, sotto la Madonnina la protesta si è fatta ancora più forte. Venerdì scorso gli anarchici hanno improvvisato un corteo in Centrale, il giorno dopo si è tenuto un presidio a Opera - con sassaiola verso il penitenziario - e domenica c'è stata una nuova protesta fuori dal Beccaria. Nei giorni scorsi, invece, la mobilitazione è arrivata in Statale, dove è stato occupato un chiostro.

"Cospito leader di nessuno": anarchici, chi sono e dove vanno

I primi fermi della polizia

C'è un fermato, ma il conto potrebbe salire, tra i manifestanti. Un ragazzo è stato bloccato dalle forze dell'ordine e una volta a terra continuava a urlare per attirare l'attenzione dei giornalisti presenti, alcuni dei quali hanno ripreso la scena.

Cortei, ma non solo. Perché in questi giorni in via Gola, punto caldo del mondo anarchico cittadino, sono comparse scritte sui muri con chiari riferimenti al caso Cospito. "Abolire il  41bis, assassini", "Gom pezzi di m**a" - riferito al gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria -, "noi pu**ne lo ribadiamo, gli sbirri non sono figli nostri", "tira la pietra e non la cinghia", firmato con la "A" di anarchia, alcune delle frasi lasciate sul muro di un palazzo.

Intanto giovedì, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha respinto l'istanza di revoca del carcere duro presentata da Flavio Rossi Albertini, difensore di Cospito. Il regime 41 bis - quello di solito riservato ai boss della criminalità organizzata - era stato disposto il 4 maggio dell'anno scorso dall'ex ministra Marta Cartabia per quattro anni. Il ministero della Giustizia, si legge nella nota, "con un provvedimento articolato ha respinto la richiesta di revoca del regime speciale di detenzione di cui all'articolo 41bis dell'ordinamento penitenziario, presentata dall'avvocato del detenuto Alfredo Cospito". La difesa ha già fatto sapere che presenterà ricorso contro la decisione di Nordio.

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