Imprenditore muore e lascia l'azienda ai suoi dipendenti: "Ci ha insegnato a camminare da soli"
Un imprenditore friulano, Andrea Comand, 39 anni, di Mortegliano (Udine) morto in luglio per un tumore, ha disposto di lasciare ai cinque dipendenti l'officina di sua proprietà, da lui avviata nel 2011: "Non era una persona gelosa del suo sapere ma orgogliosa di far crescere le persone che aveva scelto alle sue dipendenze"
Un gesto che i dipendenti non si aspettavano. Un imprenditore friulano, Andrea Comand, 39 anni, di Mortegliano (Udine) morto in luglio per un tumore, ha disposto di lasciare ai cinque dipendenti l'officina di sua proprietà, da lui avviata nel 2011.
Il grande dono di Andrea Comand
L'azienda ha riaperto 24 ore fa, proprio come desiderava Comand, con quelli che sono stati i suoi più stretti collaboratori. Nel corso dell'ultimo mese i dipendenti hanno acquisito le quote donate da Comand e l'intera proprietà dell'attività, che era chiusa da Ferragosto.
"Ci ha spiazzati"
"Come sempre ci ha spiazzati - scrivono i cinque in un messaggio sul quotidiano Messaggero Veneto - con i suoi gesti istintivi, diretti, concreti impegnativi ma fatti sempre con il cuore. Ci ha insegnato a camminare da soli perché non era una persona gelosa del suo sapere ma orgogliosa di far crescere le persone che aveva scelto alle sue dipendenze. Lui non lo sa ma ci ha fatto anche un'altra sorpresa che è quella di essere stati "adottati" dalla sua splendida famiglia che ringraziamo tantissimo".
"Resteremo uniti"
"Siamo stati sempre coinvolti, partecipi, spronati al fine di raggiungere gli obiettivi aziendali: sempre tutti insieme, come insieme abbiamo affrontato il suo periodo di malattia - si legge ancora nelle parole che gli hanno voluto rivolgere -. Lo abbiamo fatto, lo faremo restando una famiglia unita e facendo vivere il sogno di Andrea: per ringraziarlo di ciò che ci ha dato, ma soprattutto per fargli vedere che grande maestro è stato donandoci le sue quote insieme alla sua fiducia".
Tutti si sentono parte di un progetto
Il gesto dell’imprenditore friulano "mette in evidenza la solidità della piccola impresa italiana dove si cresce grazie al sacrificio di tutti, dove tutti si sentono parte di un progetto e lavorano per costruire insieme il futuro", ha commentato la vicenda in una nota il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Maria Ferri.