rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Caldes / Trento

Andrea Papi sbranato da un orso: dopo la conferma l'ordine di abbattimento

Sono terribili i primi dettagli emersi: il 27enne uscito per andare a correre lungo una strada forestale sarebbe stato trascinato per un centinaio di metri nel bosco

Sulla morte di Andrea Papi, il ventiseienne trovato senza vite nei boschi di Caldes nella notte di mercoledì 5 e giovedì 6 aprile, la Procura di Trento ha aperto un fascicolo, un atto necessario per poter andare avanti con le indagini e disporre l’autopsia sul corpo del giovane.Il quesito del sostituto procuratore al quale il medico legale dovrà rispondere è molto chiaro: è stato l'orso o no a uccidere Andrea Papi? Saranno i diversi professionisti coinvolti a dover eseguire gli accertamenti sul corpo del giovane: un medico legale, un esperto di grandi carnivori e un veterinario. Ci sarà poi, anche, l’analisi del dna dell’animale, per chiarire quale sia quello coinvolto tra i censiti in Trentino.

Sono terribili i primi dettagli emersi su quanto possa aver vissuto il giovane lungo la strada forestale, quel pomeriggio. Sarebbe stato trascinato per un centinaio di metri nel bosco dall’animale e poi lasciato lì. Sul corpo del ventiseienne ci sono i segni del grande carnivoro, ferite di denti e di unghie. Tra le ipotesi avanzate c’è anche quella che l’uomo possa essere stato colto da un malore prima dell’aggressione: un'ipotesi che deve essere presa in considerazione.

Chi era Andrea Papi

26 anni, appassionato di corsa in montagna, Andrea Papi si era appena laureato in Scienze motorie. Viveva a Caldes non lontano da dove, lungo la strada per il monte Peller sul versante nord delle Dolomiti di Brenta, ha trovato la morte.

andrea papi morto dove

Se confermato sarà la prima vittima dell'aggressione di un orso in Italia, la quarta in Europa da decenni: si conta un precedente in Svezia, due in Turchia, l’ultimo in Romania. Appena i riscontri scientifici saranno ufficiali il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, ordinerà cattura e abbattimento dell’esemplare.

Una decisione che sta agitando e non poco gli animi della politica e dei movimenti animalisti, già peraltro abbondantemente surriscaldati dopo il caso MJ5. A tirare in ballo il problema della convivenza dell’uomo con i grandi carnivori in un piccolo territorio di montagna è il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Provinciale Claudio Cia così come il deputato di FdI Alessandro Urzì: "È ormai ben chiaro che in gioco non c’è più solo, come accaduto in precedenza, un interesse economico di agricoltori e allevatori di montagna, ma anche la stessa sicurezza delle persone in ambienti in cui si è diffusa una fauna selvatica predatoria, ad iniziare da orsi e lupi".

La consigliera provinciale Katia Rossato chiede che venga legalizzato lo spray antiorso, mentre la Coldiretti del Trentino esprime particolare preoccupazione: "Sul territorio il proliferare dei grandi predatori rappresenta un grave rischio non solo per l’incolumità delle persone ma anche per le attività economiche, dall’agricoltura al turismo. Negli ultimi anni si è reso così necessario un continuo vigilare su greggi e mandrie, al fine di proteggerle dagli attacchi poiché recinzioni e cani da pastori spesso non sono sufficienti per scongiurare il pericolo. Sono necessarie misure di contenimento per non lasciar morire i pascoli e costringere alla fuga migliaia di famiglie che da generazioni popolano le montagne ma anche i tanti giovani che faticosamente sono tornati per tutelare la biodiversità con il recupero delle storiche razze italiane".

Predica calma, invece, la Lav, con il suo responsabile per gli animali selvatici Massimo Vitturi: "No a semplicistiche scorciatoie che vogliono mettere sul banco degli imputati gli animali selvatici, lanciando magari qualche nuova crociata anti orso. Le ferite ritrovate sul corpo dell’uomo potrebbero benissimo essere successive alla sua morte avvenuta per altre cause, per questo motivo chiediamo che la Provincia di Trento coinvolga immediatamente il Centro di referenza nazionale del Ministero della Salute per la medicina forense veterinaria, centro di eccellenza nazionale che può contribuire a valutare l’origine delle ferite anche ricorrendo all’analisi del Dna".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Andrea Papi sbranato da un orso: dopo la conferma l'ordine di abbattimento

Today è in caricamento