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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Ancona

Angela e Arianna spose contro i pregiudizi: "Ad Ancona siamo serene, vogliamo un figlio"

Unite civilmente grazie alla Legge Cirinnà, le due donne vivono ormai da due anni in città, "più tollerante" rispetto ad altre. Sognano di avere presto un figlio, ma temono i problemi burocratici e legislativi

Hanno scelto Ancona per vivere il loro amore Arianna e Angela, rivendicando il loro diritto ad essere una famiglia. Unite grazie alla Legge Cirinnà, la due donne sognano un figlio e si raccontano a AnconaToday. "Nei prossimi anni vorremmo avere un bambino - spiega Angela - C’è una clinica in Spagna dove ci sono dottori italiani e con loro progetteremo una fecondazione assistita un po’ particolare: siccome vorremmo che il bambino fosse di entrambe, pensiamo di prendere gli ovuli di Arianna che poi, una volta fecondati, porterei io nel mio grembo".

La Legge Cirinnà però non prevede che in automatico di applichino alle parti dell'unione civile le disposizioni in materia di adozioni, tuttavia il Tribunale potrebbe applicarne in casi particolari, garantendo così ad Arianna di diventare madre adottiva del figlio partorito da Angela. "Il bambino sarebbe di entrambe - spiega Angela - Sicuramente dopo dovremmo intraprendere un percorso giuridico per far valere i diritti di entrambe su nostro figli". L’ideale sarebbe proseguire con il percorso sui diritti delle coppie Lgbt rimarca Arianna: "Io spero cambi qualcosa da qui a quando riusciremo a realizzare questo sogno perché sarebbe un problema, non emotivo ma pratico: lo devo andare a prendere a scuola, posso farlo? Se succede qualcosa a Angela, avrò pieni diritti?".

Angela Castorina, 30enne di Catania, e Arianna Dongu, 25enne di Roma, si sono conosciute nel 2014 a una convention cosplay a Perugia. Dopo un anno a Roma, si sono trasferite ad Ancona. "Sicuramente il vantaggio è che non siamo di Ancona e questo ci permette di viverla più liberamente fregandocene di quello che pensano le persone, però Ancona è sicuramente una città tollerante - spiega Angela - io a Catania avevo paura perché ero circondata da storie di miei coetanei buttati fuori da casa, ripudiati e maltrattati. Ricordo quando ho detto di Arianna a mia madre: sono scoppiata a piangere per il magone, ma lei mi ha compreso, mi ha sostenuta e anche se all’inizio c’era stata della resistenza da parte dei parenti oggi posso dire di aver superato anche quella". Ad Ancona si trova bene anche Arianna che, anzi, guarda la capitale con amarezza: "Sembra aperta ma se ci pensi c’è quella che viene definita gay street, altro non è che un ghetto perché la verità è che anche a Roma non sempre si è liberi di essere". 

Oggi Arianna e Angela stanno insieme e basta. "Volevamo avere dei diritti e dei doveri in più che altrimenti non ci sarebbero stati garantiti e  poi volevamo coronare il nostro amore, ecco perché ci siamo sposate". Sposate dicono loro, anche se in teoria sono unite civilmente. "Io lo chiamo matrimonio - dice Arianna - la differenza non la vedo, non capisco perché non si possa chiamare matrimonio il nostro perché alla fine ci comportiamo come le altre coppie, ci prendiamo cura dell’altra, facciamo la spesa insieme, curiamo le nostre due gatte insieme“

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