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Venerdì, 19 Aprile 2024
Terremoti

L'Aquila quattro anni dopo: una fiaccolata per chiedere di non restare macerie

Era il 6 aprile del 2009 quando, alle 3.32, una violenta scossa di terremoto ha distrutto il capoluogo abruzzese. Sotto il crollo degli edifici morirono 309 persone. A distanza di quattro anni, gli aquiliani chiedono sempre la stessa cosa: "Ricostruite la nostra città"

L'Aquila. Ore 3.32 del 6 aprile 2013. Le campane suonano per 309 volte. 309 rintocchi in memoria delle 309 vittime del terremoto. E' stata una notte di veglia, di preghiera ma anche di rabbia in ricordo del tragico sisma del 6 aprile del 2009. A dare inizio alle celebrazioni, la fiaccolata alla quale hanno partecipato in 12mila

"Gesù Risorto, tu sai quali sono i doni che ci aspettiamo da te per tornare a sperare. Ne abbiamo bisogno per continuare a sognare una città nuova", ha detto in uno dei passaggi dell'omelia l'arcivescovo dell'Aquila, Giuseppe Molinari, nel corso della Santa Messa, officiata mezz'ora dopo la mezzanotte. L'arcivescovo ha spesso evocato la speranza "non solo per i familiari delle vittime ma anche per tutti noi affinché si possa andare avanti". 

Nessuna denuncia esplicita, ma il chiaro riferimento alla situazione di stallo e confusione che si sta vivendo in riferimento ai fondi e al finanziamento complessivo.

L'Aquila: in 12 alla fiaccolata

Alla celebrazione, che si è svolta nella chiesa delle Anime Sante, è intervenuta una piccolissima parte delle circa 12mila persone che hanno animato il corteo partito da via XX Settembre intorno alle 22 per arrivare circa due ore dopo in piazza Duomo, cuore del centro storico ancora segnato dalle ferite del tragico sisma. Tra le assenze non sono passate inosservate quelle di amministratori e politici, un particolare sottolineato da più di un aquilano.

Anche piazza Duomo gremita durante la lettura dei nomi delle 309 vittime ben presto si è svuotata: tanto che dopo la Santa Messa, alla veglia culminata alle 3:32, orario della tragica scossa, con i 309 rintocchi alla memoria delle persone scomparse e poi da un'altra funzione religiosa celebrata dal vescovo ausiliare Giovanni D'Ercole, hanno partecipato in un centinaio, tra cui molti giovani. 

Un epilogo che ha generato interrogativi sulle modalità di organizzazione delle iniziative della Memoria che quest'anno hanno proposto la novità del corteo anticipato alle 22 anziché a mezzanotte. "Lo Stato non può non ricostruire questa città", ha detto il ministro per la coesione territoriale Barca durante la fiaccolata. "Questo è l'anniversario più brutto perché si è persa la speranza", ha detto il sindaco Massimo Cialente

GRASSO - E' arrivato a L'Aquila il presidente del Senato Pietro Grasso. La prima persona che ha abbracciato è stata Antonietta Centofanti, zia di Davide, uno degli universitari morti nel crollo della Casa dello Studente. "Ti siamo vicini", ha detto Grasso alla donna, che è anche membro dell'associazione vittime Casa dello studente, prima di salutare i rappresentanti delle istituzioni che lo hanno accolto in piazza Duomo. 

"La ricostruzione dell'Aquila è una questione nazionale", queste le parole del presidente del Senato, Pietro Grasso, subito dopo il minuto di silenzio che lo ha coinvolto davanti alla Casa dello Studente dove morirono otto ragazzi. "E' un impegno imprescindibile per noi", ha proseguito Grasso. "Enti locali e Stato hanno dato ora continuità agli strumenti per ripartire con la ricostruzione - ha proseguito Grasso - Ora i soldi ci sono, bisogna scaglionarli con un piano organico. Sia il sindaco Cialente e il ministro Barca mi hanno rassicurato con una prospettiva di ricostruzione tra cinque e otto anni".

Davanti alla Casa dello Studente, il presidente del Senato ha voluto prendere parola anche sulle continue polemiche in merito alla ricostruzione e ha spiegato che "queste polemiche vengono dalla voglia di andare avanti e sono frutto di indignazione e rabbia. Dopo quattro anni - prosegue - c'è ancora dibattito sulla ricostruzione e quindi bisogna risanare questa ferita".

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