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Giovedì, 25 Aprile 2024
'Ndrangheta / Cosenza

Antonella Lopardo, la parrucchiera uccisa da 30 colpi di kalashnikov e pistola in casa sua

A Sibari l'obiettivo era il marito, presunto esponente di una cosca. I killer sono poi scappati con un complice che li aspettava a bordo di un'auto rubata. Un delitto di inaudita ferocia che scuote nuovamente la Calabria: lunga scia di sangue. La figlia della coppia si trovava fuori

Chi e cosa c'è dietro una rappresaglia tanto feroce? Antonella Lopardo, una donna di 49 anni, parrucchiera, è stata uccisa martedì sera intorno alle 22 a colpi di kalashnikov e pistola a Sibari, frazione del comune di Cassano allo Ionio (Cosenza).  La vittima era in casa assieme al marito Salvatore Maritato (titolare di una pompa di benzina, già noto alle forze dell'ordine, presunto esponente della cosca Forastefano e già coinvolto nell'inchiesta "Omnia" condotta dalla stessa Dda di Catanzaro),  il vero obiettivo, in contrada Cicchitonno, una zona rurale e isolata. La figlia della coppia si trovava fuori.

Sangue a Sibari: l'omicidio di Antonella Lopardo

I killer (due) hanno esploso da una finestra diversi colpi di arma da fuoco ferendo mortalmente la donna al torace e in volto. Una tempesta di proiettili, almeno 30 i colpi esplosi. Puntavano al marito della vittima, probabilmente: avrebbero fatto fuoco nel momento in cui hanno intravisto un'ombra dietro una tenda. Il metodo non lascerebbe troppi dubbi sulla matrice 'ndranghetista. Maritato si è salvato cercando riparo dietro i mobili del soggiorno. 

Si indaga e le immagini di tutte le telecamere di sorveglianza della zona vengono passate al setaccio. Tante ombre intorno al grave fatto di sangue. La personalità criminale di Salvatore Maritato, non particolarmente spiccata, non giustificherebbe in alcun modo un'azione omicida così eclatante e feroce. L'autopsia sul corpo della donna potrebbe fornire ulteriori elementi utili per ricostruire la dinamica dell'omicidio. Secondo quanto riportano oggi i giornali locali, nulla si sa, al momento, sulle dichiarazioni rese ai carabinieri da Maritato: avrebbe riferito di non avere visto in faccia gli assassini, anche a causa dell'oscurità e i possibili motivi dell'agguato restano un vero e proprio giallo.

I killer sarebbero poi scappati con un complice che li aspettava a bordo di un'auto rubata (trovata poi incendiata lungo la Statale 106). Forse prima di entrare in azione e uccidere erano rimasti appostati per ore in contrada Cicchitonno, aspettando che Salvatore Maritato uscisse da casa per ucciderlo. Ma l'altroieri sera un lungo e intenso temporale stava imperversando nella zona di Sibari, e l'uomo non si era mosso dalla sua abitazione. 

"Far west"

"Ancora un fatto di sangue macchia la Sibaritide e il Pollino. Ancora la 'ndrangheta apre il fuoco spaventando ulteriormente la società civile dopo tre omicidi nel giro di un anno". Così il consigliere regionale, Ferdinando Laghi: "È fondamentale che questi comportamenti da far west vengano contrastati con la massima fermezza. Non possiamo tollerare questa violenza che, senza timori e remore, spara all'impazzata a colpi di kalashnikov. Confido - continua - nell'alacre lavoro degli inquirenti della procura della repubblica di Castrovillari in stretto contatto con la Dda di Catanzaro, guidata dal procuratore Nicola Gratteri. Da parte mia, la massima collaborazione, assieme ai colleghi della Commissione dedicata, al contrasto di questa piaga che alligna in un territorio meraviglioso e ricco di storia come la Sibaritide".

Il territorio che comprende i comuni di Castrovillari, Villapiana, Cassano, Corigliano-Rossano da anni è diventato terreno di scontro tra agguerrite cosche criminali che si contendo a suon di fucilate il controllo del territorio e dei traffici illeciti. Negli ultimi 5 anni 11 morti (due lupare bianche).

Antonella Lopardo è la seconda donna assassinata nel Cassanese nel giro di un anno: nell'aprile del 2022 venne uccisa, nelle campagne di Castrovillari, Hanene Hendli, compagna di origine marocchina del pregiudicato Maurizio Scorza, freddato con lei. Nove anni fa invece morì Ibisse Taoussa, magrebina, uccisa e bruciata nelle campagne cassanesi insieme al pregiudicato locale Giuseppe Iannicelli e al piccolo "Cocò" Campolongo, 3 anni, nipote dell'uomo. 

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