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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Antonio Ciontoli condannato a 14 anni per l'omicidio di Marco Vannini, la sentenza del processo bis

Nove anni e quattro mesi ai due figli Federico e Martina e alla moglie Maria Pezzillo. La madre di Marco: "Ciontoli deve chiedere perdono a se stesso, la giustizia esiste"

Si è chiuso con una condanna a 14 anni per Antonio Ciontoli il processo d'appello bis per l'omicidio di Marco Vannini, il ventenne di Cerveteri morto il 18 maggio 2015 a Ladispoli, in provincia di Roma, dopo essere stato raggiunto da un colpo di arma da fuoco sparatogli proprio da Antonio Ciontoli, padre della fidanzata del ragazzo e sottoufficiale della Marina militare. I giudici della corte d'assise d'Appello hanno invece condannato a nove anni e quattro mesi i due figli Federico e Martina e la moglie Maria Pezzillo. 

Omicidio Marco Vannini, cinque anni di processi

Ciontoli era stato condannato a 14 anni in primo grado, pena poi ridotta a cinque anni in appello con il reato derubricato a omicidio colposo.

Lo scorso 7 febbraio la Cassazione ha però accolto la richiesta delle parti civili e del sostituto procuratore generale che al termine della requisitoria aveva chiesto di annullare con rinvio la sentenza d'appello per la famiglia Ciontoli e disporre un nuovo processo per il riconoscimento dell'omicidio volontario con dolo eventuale per la morte del giovane. Processo che è iniziato l’8 luglio presso la corte d’assise d’Appello a Roma.

Il sostituto procuratore Vincenzo Saveriano ha chiesto 14 anni di reclusione per Antonio Ciontoli, la moglie Maria Pezzillo e i due figli Martina e Federico per concorso in omicidio volontario con dolo eventuale in relazione alla morte del ventenne Marco Vannini, avvenuta tra il 17 e il 18 maggio di cinque anni fa a Ladispoli (in provincia di Roma). In subordine, il pg ha chiesto per i figli e la moglie di Ciontoli di valutare l'ipotesi di concorso anomalo in omicidio, in base all'articolo 116 del codice penale, e condannarli alla pena di 9 anni e 4 mesi di reclusione.

Caso Vannini, il Procuratore: "Concorso pieno dei familiari"

Nelle sue repliche, questa mattina, il pg rivolgendosi ai giudici ha detto: "La sentenza è già scritta, perché avete la sentenza della Cassazione e non potete non considerare la colpa di Antonio Ciontoli e dei suoi familiari, che hanno assecondato quello che voleva il capo famiglia. C'è quindi un concorso pieno di tutti, tutti sapevano che continuando col loro comportamento, non facendo nulla, Marco sarebbe morto".

Il discorso di Ciontoli in aula: "Io l'unico responsabile"

 "Chiedo perdono. Qualsiasi sia la condanna giudiziaria che riceverò io sono proiettato già oltre, conscio che quando si spegneranno i riflettori giuridici e non, rimarrà solo il dolore. Il dolore lacerante a cui ho condannato tutte le persone che amavano Marco. Resterà solo il rimorso e la consapevolezza di quanto bello Marco è stato, e di quanto ancora avrebbe potuto essere, ma per quel mio imperdonabile errore non lo sarà".

Sono le parole che ha usato questa mattina Antonio Ciontoli, rivolgendosi alla Corte poco prima che fosse pronunciata la sentenza. Davanti ai giudici l'ex marescialle della Marina ha provato a scagionare i familiari ribadendo di essere "l'unico responsabile per la morte di Marco". "Sulla mia pelle - ha aggiunto in lacrime - sento quanto possa essere insopportabile, perché innaturale, dover sopportare la morte di un ragazzo di vent'anni, bello come il sole e buono come il pane"

"Nessun ministro, nessun giornalista - ha detto ancora Ciontoli riferendosi alla corte -, nessuna persona comune, dovrebbe sentirsi in dovere di abbandonare l'imparzialità suscitando sentimenti di rabbia e di violenza e di vendetta. Nessuno dovrebbe pensare di potersi sostituire i giudici. Io quella sera un uomo migliore non lo sono stato. Chiedo perdono. La realtà è stata spesso romanzata dai media che l'hanno spesso riproposta con tanta insistenza. Mi appello alla parte buona di ogni uomo". 

Caso Marco Vannini, Ciontoli condannato: la diretta dal tribunale (video)

La madre di Marco: "Ciontoli deve chiedere perdono a se stesso"

"È una grande emozione, finalmente dopo più di 5 anni abbiamo dimostrato quello che era palese dall'inizio. Se Marco fosse stato soccorso subito non saremmo oggi qui, ancora una volta davanti alle telecamere. Ma è la dimostrazione che la giustizia esiste". Lo ha detto Marina Conte, mamma di Marco Vannini, commentando la sentenza bis della corte di Appello di Roma sull'omicidio. "Antonio Ciontoli non deve chiedere perdono a noi, ma a sé stesso. Non so quale era la strategia dietro quelle parole. Questa è una sede di giustizia e non di vendetta, i giovani devono crescere con principi morali sani".

"È una grande emozione quella che stiamo vivendo in questo momento" ha detto il papà di Marco. "Voglio stare solo vicino a Marina. Dico grazie a tutti quelli che ci hanno aiutato. Marco ci ha dato la spinta? Forse. Marco era meraviglioso".

madre marco vannini ansa-2

Il sindaco di Cerveteri: "Le istituzioni hanno fatto giustizia"

"Cinque anni di inferno per una mamma e un papà a cui è stato tolto un figlio. Cinque anni di dolore che la sentenza di oggi certo non rimargineranno. Da sindaco posso però dire che le Istituzioni questa volta hanno fatto giustizia anche se questo non restituirà Marco alla sua famiglia e ai suoi amici". Così in una nota Alessio Pascucci, sindaco di Cerveteri, presente in aula a Roma durante la lettura della sentenza sull'omicidio di Marco Vannini.

(In alto Marina Conte, mamma di Marco Vannini, dopo il primo giorno del nuovo processo d'Appello al Tribunale di Roma per la morte di Marco Vannini, Roma, 8 luglio, 2020. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

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