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Martedì, 23 Aprile 2024
Il caso / Brescia

Uccide la moglie ma viene assolto perché è un "delirio di gelosia"

La pubblica accusa aveva chiesto l'ergastolo per Antonio Gozzini: il tribunale l'ha invece assolto perché incapace di intendere e di volere. Ora si apre un nuovo scenario

Assolto in primo grado perché affetto dalla patologia del "delirio di gelosia", è invece capace di intendere e volere per il procuratore generale che in appello ne aveva chiesto la condanna a ventuno anni di carcere. Questa la richiesta del procuratore generale di Brescia nei confronti di Antonio Gozzini, 81enne che nell'ottobre del 2019 ha ucciso a Brescia la moglie, l'insegnante Cristina Maioli, 62 anni.

Oggi i giudici di secondo grado hanno ritenuto l'uomo incapace di intendere e volere perché affetto da delirio di gelosia.

Professore in pensione, 81 anni, l'uomo era stato assolto dalla corte d'assise dopo che il consulente della difesa e quello dell'accusa sostennero che era affetto da un delirio di gelosia. La pubblica accusa aveva chiesto invece l'ergastolo per il brutale omicidio di via Lombroso, dove la coppia abitava da tanti anni. "La sua gelosia patologica - ha detto oggi il procuratore generale di Brescia in aula - non era mai emersa prima dell'omicidio. Se n'è parlato solo a posteriori, solo nel tentativo di trovare una causa di non punibilità". Ora, dunque, si attendono nuovi sviluppi giudiziari sul caso.

Nella notte tra il 3 e il 4 ottobre 2019, Antonio Gozzini ha ucciso la moglie Cristina Maioli mentre dormiva, prima colpendola con un mattarello e poi accoltellandola alla gola e alle gambe. L'uomo rimase a vegliare il corpo per più di 24 ore, prima di avvisare la domestica. 

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