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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Roma

Anziana cade e muore in ospedale: aperta un'inchiesta

Succede a Roma all'ospedale Sant'Eugenio. Diversa la versione dell'Asl 2

È scivolata in bagno, ha battuto la testa e poche ore dopo è morta a causa di un’emorragia cerebrale. Lo racconta il Corriere della Sera. La morte di Giulia Riondino, la donna anziana di 72 anni ricoverata al pronto soccorso dell’Ospedale Sant’Eugenio di Roma dalla mattina a causa di forti dolori all’addome, diventa un caso. Secondo la versione del quotidiano, dopo aver trascorso diverse ore in barella, senza aver avuto l’inserimento del catetere, la donna avrebbe avvertito la necessità di andare al bagno. Poi la caduta. La Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo: secondo i familiari della vittima alla donna non sarebbe stato inserito il catetere perché assente l’urologo in struttura.  

La Regione Lazio chiede un audit clinico

Per fare chiarezza sulla vicenda la Regione Lazio ha chiesto un audit clinico alla Asl Roma2 e intanto ha fatto sapere: “Dalle prime verifiche tuttavia la dinamica dell'accaduto risulterebbe ampiamente difforme da quanto rappresentato per mezzo stampa. La Direzione della Asl ha avviato tutte le verifiche del caso ed entro 48 ore consegnerà una relazione dettagliata. Ai famigliari e parenti della signora vanno le più sentite condoglianze"

Asl: "Anziana sempre sorvegliata"

"La signora, mentre si recava autonomamente in bagno, è caduta nel corridoio del Pronto Soccorso. L'evento è stato testimoniato in tempo reale dal personale in turno che ha messo in atto l'immediata assistenza e gli interventi terapeutici d'urgenza del caso che hanno quindi previsto il trasferimento presso l'Ospedale San Camillo, per l'intervento di neurochirurgia urgente". E' quanto scrive in una nota la direzione strategica della Asl Roma 2 in merito al caso dell'anziana caduta all'ospedale S.Eugenio, dove era ricoverata al Pronto soccorso, e poi morta dopo il trasferimento al S. Camillo. "In riferimento agli articoli di stampa relativi all'accesso in Pronto Soccorso dell'Ospedale Sant'Eugenio in data 3/9/2018 della paziente R.G., di anni 73, in considerazione della divergenza sostanziale tra quanto accaduto e quanto riportato, a tutela degli operatori impegnati quotidianamente nell'assistenza e nella cura delle persone in Pronto Soccorso - prosegue la Asl - risulta indispensabile fornire le opportune precisazioni".

"La permanenza in Pronto Soccorso - si precisa - è stata predisposta dai medici allo scopo di garantire la osservazione clinica del caso, il controllo della sintomatologia dolorosa e la gestione terapeutica, in previsione della valutazione clinica e procedurale dell'urologo, programmata per il giorno successivo e non urgente". Ancora, "non è stata data alcuna indicazione al posizionamento del catetere vescicale poiché non indicata nè opportuna in paziente pienamente autonoma e in assenza di qualunque motivazione clinica che rendesse necessaria la prescrizione di una limitazione alla deambulazione autonoma. La paziente è stata continuamente e pienamente sorvegliata dal personale in turno che ha più volte interagito con essa, confermandone la piena autonomia, sorvegliandola quando si recava in bagno, come ben precisato nella documentazione agli atti". "In seguito all'episodio di caduta occorso in data 4/9/2018 - si legge in una nota - gli operatori intervenuti nella gestione del caso hanno fornito immediata segnalazione e relazione al Risk Manager della Asl Roma 2, nonché all'Autorità Giudiziaria, con successive dettagliate deposizioni in merito all'accaduto". "Tuttavia è opportuno precisare che il giorno 3 settembre, in seguito alle valutazioni cliniche e strumentali, è stata predisposta degenza della signora presso la Area dedicata del Pronto Soccorso, laddove viene garantita l'assistenza del caso, delineando il completo iter diagnostico e terapeutico. Inoltre è stata immediatamente garantita la terapia del dolore, determinando la risoluzione della sintomatologia mai più lamentata", conclude la Asl. Leggi su RomaToday

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