"Vendo casa al miglior offerente": gli anziani schiacciati dalla crisi
Sale del 15% la vendita della nuda proprietà con il mantenimento dell’usufrutto: un ripiego per 95 mila pensionati schiacciati dalla crisi
Un vero e proprio boom della vendita di immobili in nuda proprietà, con l'aumento del 15%. In tutto il Paese la crisi si sente e anche gli anziani, schiacciati tra spese e pensioni ridotte, scelgono di vendere casa.
In tutto lo Stivale sono stati circa 95 mila i pensionati che hanno scelto questa formula, in particolare coloro che vivono in grandi città al nord. Questi i dati che emergono dall'analisi di Confabitare, associazione proprietari immobiliari: "Schiacciati dal peso della crisi e con il costo della vita che aumenta - spiega l’associazione - sempre più scelgono di sacrificare la casa, con uno strumento che consente di vendere l’immobile a un prezzo inferiore al mercato mantenendo però in cambio l’usufrutto".
Il primato del ricorso degli anziani alla vendita in nuda proprietà spetta all’Emilia-Romagna, con un aumento medio del 37%, seguono Lazio (+16%), Piemonte e Lombardia (+15%), Toscana con (+8%) e Liguria (+7%).
L’aumento delle vendite in nuda proprietà si registra ovunque ma non è omogeneo: è un fenomeno più accentuato al nord, nelle grandi città. A Bologna l’aumento è stato del 35%, a Roma del 32,5%, a Torino del 31%, a Milano del 30,8%, a Firenze del 29,5%, a Genova del 27,5%, a Padova del 26%, a Venezia del 25,6%, a Napoli del 23,4%, a Catania del 22,8%, a Palermo del 22%, a Cagliari del 21,5%, a Bari del 16%.
Un fenomeno preoccupante e sempre più diffuso: "Il Governo deve prendere provvedimenti ormai non più procrastinabili. Abbiamo scritto al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, al Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, al Ministro del lavoro Giuliano Poletti e a tutti i capigruppo di Camera e Senato affinché vengano assunti tutti i provvedimenti necessari per dare una risposta a questo problema" spiega Alberto Zanni, presidente di Confabitare.
"Le statistiche fotografano in maniera significativa fenomeni di massa che sono comunque nel vissuto di tutti i giorni. Ci sono delle fasce sociali sempre più ampie coinvolte in quest'emergenza. Questa è l'altra faccia degli sfratti per morosità. Altre fasce sociali che negli anni passati erano riusciti a costruirsi la proprietà adesso devono dar fondo alle proprie riserve per la propria sopravvivenza per far fronte all'indebitamento - spiega Walter De Cesaris, segretario nazionale dell'Unione degli inquilini - in questo contesto è ancora più inadeguato il provvedimento del Governo rispetto agli 80 euro al mese in più in busta paga, che taglia fuori pensionati e pensioni".
Sembra che il vanto degli 'italiani risparmiatori' quindi proprietari di beni immobili davanti alla crisi oramai non regga più: "Se prima si è sempre detto che le famiglie riuscissero a dare sostegno ai giovani e chi è in difficoltà tutto ciò dimostra che il contrario. Insomma si continua a colpire le fasce basse della popolazione quando si dovrebbe intervenire in maniera incisiva sulla questione della casa, che è diventata la questione sociale nel suo complesso. Senza interventi che rivalutano il welfare non si va da nessuna parte" conclude De Cesaris.