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Venerdì, 19 Aprile 2024

Andrea Maggiolo

Giornalista

Armi legali: le contraddizioni di chi chiede "pene esemplari" per chi uccide un cane

Matteo Salvini chiede a gran voce una "pena esemplare" per chi uccide un cane. Giustissimo. Ma il tema armi legali è scivoloso, si rischiano contraddizioni non da poco.  I fatti: a Teramo un uomo, disturbato dall'abbaiare dei cani del vicino di casa mentre guarda la tv, prende il fucile legalmente detenuto e spara contro gli animali domestici. Uno dei due pastori maremmani abruzzesi muore.

"Come si può essere così crudeli?" si domanda Salvini. Già, il fatto è atroce. Nessuno sano di mente lo può contestare.

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Il problema, non piccolo, è che la comunicazione sul tema armi è importante, delicata, e richiedere coerenza al mondo politico è il minimo: Salvini e la Lega non hanno chiesto nel recente passato, almeno con la stessa social-veemenza, "pene esemplari" per chi con armi legalmente detenute ha ucciso esseri umani.

"Da alcuni anni in Italia gli omicidi commessi da legali detentori di armi superano quelli di mafia e per rapine. Ma non ricordo nemmeno un tweet di Salvini per chiedere norme più stringenti e controlli più accurati sui legali detentori. Sbaglio?" si chiede Giorgio Beretta di OPAL (Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e le Politiche di Sicurezza e Difesa). Le condanne per chi ha commesso omicidi con armi legalmente detenute a volte sono "irrisorie" continua Beretta, ricordando il caso di un giovane ucciso dai parenti dell’ex fidanzata: niente ergastolo per killer e mandanti, ma "solo" 16 e 10 anni di carcere.

Tanto per intenderci: nel caso di Teramo un dettaglio da sottolineare con chiarezza massima, non una ma cento volte, è che un'arma legalmente detenuta può essere molto pericolosa se in mano a una persona che la utilizza contro i cani del vicino di casa, e servono controlli più approfonditi per ottenere e rinnovare la licenza: andrebbero resi obbligatori esami tossicologici e una valutazione clinica sullo stato di salute mentale del suo detentore. 

Oggi come oggi a qualsiasi cittadino del Belpaese senza precedenti con condanne superiori a tre anni o che non abbia commesso delitti specifici contro lo Stato o l'ordine pubblico, esente da malattie nervose o psichiche, non alcolista o tossicodipendente, è permesso ottenere una licenza dopo aver superato un semplice esame di maneggio delle armi. Tranne la licenza di porto d'armi per difesa personale, le altre licenze (tiro sportivo e caccia) hanno una validità di cinque anni: un lasso di tempo lungo, lunghissimo, in cui una persona può incorrere in disturbi mentali, di personalità o comportamentali ma di cui le autorità non possono essere molto spesso a conoscenza.

Più controlli, più cautela, più trasparenza. Il rischio è continuare a piangere i morti. Uomini e donne, non solo poveri cani.

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