Arrestati i fedelissimi di Messina Denaro: incastrati dai pizzini
La polizia di Palermo ha arrestato undici persone ritenute "fiancheggiatori" del super latitante. Gli inquirenti hanno fatto luce sul sistema di comunicazione usato dal numero uno di Cosa Nostra
PALERMO - Colpo duro alla mafia. La polizia di Palermo ha arrestato oggi undici persone, fiancheggiatrici del boss latitante Matteo Messina Denaro. Arresti e perquisizioni sono avvenute tra le province di Palermo e Trapani, nell'ambito di una operazione coordinata dalla Procura distrettuale antimafia, ed hanno riguardato esponenti di vertice delle famiglie di Cosa nostra trapanese vicini alla primula rossa di Castelvetrano.
IL BLITZ - All'operazione, eseguita dalle Squadre Mobili di Palermo e Trapani con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, ha partecipato anche personale del ROS dei Carabinieri. I provvedimenti restrittivi riguardano i vertici del mandamento di Mazara del Vallo e dei "feudi" del latitante di Salemi, Santa Ninfa, Partanna.
LE INDAGINI - Le indagini, tese a disarticolare la rete di supporto di Matteo Messina Denaro, rappresentano un'ulteriore progressione investigativa delle operazioni "Golem I e II" ed "Eden I e II", della polizia di Stato e dei carabinieri, a carico di fiancheggiatori e parenti del latitante.
I PIZZINI - In particolare, gli inquirenti hanno fatto luce sul sistema di comunicazione usato dal numero uno di Cosa nostra, che come avvenuto in passato anche per altri boss si avvaleva di una fitta rete di corrieri di "pizzini", attraverso i quali impartiva le sue direttive
RENZI - Un risultato importante sottolineato anche dal premier Matteo Renzi che su Facebook ha ringraziato le forze dell'ordine "Sono grato a investigatori, forze dell'ordine e a tutti i rappresentanti dello Stato per il colpo inferto all'organizzazione mafiosa con la cattura di molti uomini del giro di Matteo Messina Denaro" ha scritto Renzi. "Grazie a nome del Governo. E avanti tutta per andare finalmente a catturare anche il boss superlatitante. L'Italia c'è, tutta insieme e tutta unita contro la criminalità organizzata".
GLI ARRESTATI - Tra gli arrestati Vito Gondola, anziano capomandamento di Mazara del Vallo, Michele Gucciardi, della famiglia mafiosa di Salemi, Pietro Giambalvo, di Santa Ninfa e Giovanni Scimonelli di Partanna. Il metodo di comunicazione di Messina Denaro è sempre quello "storico" dei pizzini: un sistema che si avvaleva dell'apporto di insospettabili che si incontravano in luoghi isolati delle campagne trapanesi. A individuare i corrieri, indicati come "tramiti", era lo stesso Gondola, che gestiva la corrispondenza della primula rossa di Castelvetrano. Sono quindi emersi personaggi incensurati, come Michele Terranova che garantiva un discreto collegamento tra lo stesso Gondola e Gucciardi. E ancora Giovanni Loretta, autotrasportatore, che tramite Leonardo Agueci consentiva le comunicazioni tra Gondola e Giambalvo. La trasmissione della corrispondenza avveniva ogni 3 mesi, in aperta campagna, e una volta esaurita prevedeva l'immediata distruzione dei pizzini. "Matteo Messina Denaro ha in mano Cosa nostra trapanese - ha detto in conferenza stampa Renato Cortese, capo dello Sco -. Non si muove foglia senza il suo placet. Ha il pieno controllo dell'asse criminale della provincia".