"Carro armato per un attentato a Venezia": arrestati secessionisti veneti
Blitz dei carabinieri contro un gruppo di secessionisti veneti: ventiquattro arresti e ventisette indagati. Contestati i reati di associazione con finalità di terrorismo ed eversione dell'ordine democratico
ROMA - Pronti a tutto pur di proclamare l'indipendenza del Veneto, già virtualmente raggiunta il ventidue marzo scorso. Disposti e disponibili a spingersi fino all'estremo pur di ottenere la secessione. In mattinata i carabinieri del Ros hanno portato avanti un'operazione contro un gruppo secessionista veneto accusato di aver messo in atto "varie iniziative, anche violente" per ottenere l'indipendenza del Veneto.
Ventiquattro gli arresti, su ordine della magistratura di Brescia, e ventisette le perquisizioni a carico di altrettanti indagati. Il gip ha contestato i reati di associazione con finalità di terrorismo ed eversione dell'ordine democratico e fabbricazione e detenzione di armi da guerra.
ECCO IL CARRO ARMATO FATTO IN CASA: IL VIDEO
Secondo le indagini del Ros, le persone arrestate avrebbero fatto parte di un "gruppo riconducibile a diverse sigle di ideologia secessionista che aveva progettato varie iniziative, anche violente, finalizzate a sollecitare l'indipendenza del Veneto e di altre parti del territorio nazionale dallo Stato italiano".
Tra gli episodi contestati anche quello, riferiscono gli investigatori, della "costruzione di un carro armato da utilizzare per compiere un'azione eclatante a Venezia, in piazza San Marco". Il mezzo è stato sequestrato. Si tratterebbe di un trattore agricolo trasformato in una sorta di mezzo corazzato attrezzato con un cannoncino da 12 millimetri.
La vicenda richiama alla memoria quanto avvenuto il 9 maggio 1997, quando un gruppo di "Serenissimi" diede l'assalto al campanile di piazza San Marco. In quel caso tra gli elementi più scenografici c'era proprio un furgone trasformato in rudimentale carro armato, poi denominato "Tanko", ma che però in quel caso non era in grado di sparare.
INDAGATI E ARRESTATI - Tra gli indagati figurerebbero anche un leader del movimento dei Forconi, alcune persone vicine al noto gruppo dei "Serenissimi" e il presidente e la segretaria della Life, l'associazione che avrebbe avuto un ruolo particolarmente attivo nel periodo di contestazione dei cosiddetti forconi dell'8 dicembre. L'epicentro sarebbe Casale di Scodosia, nel Padovano dove sarebbe stato trovato il "Tanko". Tra gli arrestati dell'inchiesta della Procura di Brescia vi è anche il fondatore della Liga Veneta, Franco Rocchetta, ex parlamentare. La Liga Veneta confluì nella Lega Nord ma Rocchetta abbandonò poi il movimento. Di recente è stato tra i promotori del referendum per la secessione del Veneto.
"Aiutano i clandestini, cancellando il reato di clandestinità, liberano migliaia di delinquenti con lo svuota-carceri, e arrestano chi vuole l'Indipendenza. Siamo alla follia. Se lo Stato pensa di fare paura a qualcuno, sbaglia". Lo scrive su Facebook il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, dopo l'arresto di Rocchetta.