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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Germania

 Arrestato in Germania Emanuele Cosentino, boss latitante della 'ndrangheta

Il 31enne di origini calabresi è stato individuato a Saarbrücken. Quando la polizia lo ha individuato era in auto con la moglie

Un'operazione congiunta dei carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria e della polizia tedesca, ha portato all'arresto di Emanuele Cosentino, 31enne di Palmi, ritenuto elemento di spicco dell’articolazione territoriale della ‘Ndrangheta e della cosca “Gallico”, che opera in prevalenza nell’area tirrenica reggina ed ha ramificazioni in ambito nazionale ed internazionale.

In una nota del procuratore Calogero Gaetano Paci si spiega che le attività d’indagine hanno consentito di stringere il cerchio intorno al latitante dopo 10 mesi di approfondimenti investigativi, per cogliere elementi utili a ricostruire e monitorare il collaudato circuito che nel tempo gli ha assicurato la latitanza. Cosentino – si aggiunge nel comunicato Direzione distrettuale antimafia – è stato sorpreso per strada, nel centro cittadino, alla guida di un’autovettura con targa tedesca. Insieme a lui era presente la moglie Laura Nasso, che lo aveva raggiunto da Palmi, dove viveva con i loro cinque figli, uno dei quali nato durante la latitanza del padre. Cosentino e la moglie non erano armati e non hanno opposto resistenza all’arresto.

Indosso ad entrambi sono stati rinvenuti documenti d’identità con false generalità. L’esito positivo dell’operazione – si sottolinea – è stato favorito, in maniera determinante, dalla cooperazione avviata con la polizia tedesca del Saarlander, sotto l’egida del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (SCIP), cooperazione che ha consentito di capitalizzare le acquisizioni investigative dei Carabinieri di Reggio Calabria. Cosentino, destinatario di mandato di arresto europeo emesso dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria nel giugno del 2017, si era reso di fatto irreperibile dall’ottobre 2013, allorquando si era sottratto ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i reati di associazione a delinquere ed estorsione aggravata dal metodo mafioso, medesimi reati per cui era ricercato in campo internazionale.

Nel tempo, gli sviluppi processuali hanno condotto ad una condanna, confermata in Appello, a oltre 7 anni di reclusione. L’uomo era stato recentemente inserito nell’elenco dei “Latitanti pericolosi”: come hanno documentato le indagini a suo carico. Fin dal 2004 ha assicurato un costante contributo alla cosca di appartenenza, da tempo egemone nel territorio di Palmi.

Dal 2011, dopo i provvedimenti cautelari che avevano raggiunto il “reggente” del sodalizio, Domenico Nasso – si spiega – Cosentino si era sostituito al boss nella gestione delle attività estorsive, ricevendo da quest’ultimo le disposizioni che gli venivano comunicate tramite i familiari dal carcere. Dopo l’inizio della latitanza, i carabinieri hanno registrato l’attivismo di Cosentino fuori dal territorio italiano. La cattura odierna ribadisce la dimensione transnazionale del fenomeno ‘ndranghetista, che – come emerso in numerose attività investigative della Dda reggina – si conferma in grado di alimentare e sostenere una rete di stabili relazioni e cointeressenze, funzionale a garantire tanto il reinvestimento dei proventi illeciti, quanto l’appoggio alla latitanza dei suoi affiliati più importanti.

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