TORINO - Li adescava su Facebook. E lì, sul social, proponeva lo scambio: soldi per sesso. Per questo un insegnante di quarantuno anni dell'istituto tecnico Pininfarina di Moncalieri, nel torinese, è stato arrestato dalla polizia con l'ipotesi di reato di induzione alla prostituzione minorile. 

Gli agenti, in una perquisizione del venti maggio scorso, gli hanno sequestrato il pc e l'hard disk. Ma fino ad allora il professore di Meccanica - racconta La Stampa - si era detto sicuro di "poter chiarire tutto". Ad inchiodarlo, però, ci sarebbero le testimonianze degli stessi alunni e le conversazioni fra i ragazzi - la maggior parte dei quali minorenni - e l'insegnante. 

"Abbiamo saputo dell’inchiesta - racconta a La Stampa il preside dell'istituto, Stefano Fava - Ma non sapevamo dell’arresto". Quindi, la confessione su un campanello d'allarme forse ignorato. "Nel 2013, un insegnante mi portò alcuni scambi di battute tratti da una conversazione avvenuta su Facebook tra il professore e uno studente, che aveva appena superato la Maturità" confessa il preside. 

Che, però, si affretta a spiegare che "non ho ravvisato nulla di scabroso, di osceno in quelle frasi. Mi sono sembrate battute, nulla di che preoccuparsi. Per questo, ho accantonato la questione. Ho, comunque, approfittato dell’occasione per raccomandare agli insegnanti la massima attenzione nella gestione dei social network. Meglio ancora sarebbe evitare di intrattenere rapporti con gli studenti, tanto per evitare possibili malintesi. Bisogna mantenere le giuste distanze".  
 
A scuola comunque non c’erano sospetti sul comportamento del professore di Meccanica, molto noto anche per il suo storico impegno per il riconoscimento dei diritti gay. Almeno fino alla perquisizione e all'arresto.