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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Cosenza

Timbrava e se ne andava: arrestato il sindaco "furbetto" del cartellino

La Guardia di Finanza ha posto agli arresti domiciliari Gennaro Licursi, primo cittadino di Scalea, in provincia di Cosenza, con l'accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato e falsa attestazione della presenza in servizio. Sospesi anche tre dipendenti dell'Asp

E' finito agli arresti domiciliari Gennaro Licursi, sindaco di Scalea, in provincia di Cosenza, accusato di truffa aggravata ai danni dello Stato e falsa attestazione della presenza in servizio. Oltre al primo cittadino, la Guardia di Finanza ha anche sospeso tre dipendenti dell'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza nell'ambito di una operazione denominata "Ghost Work".

Arrestato il sindaco di Scalea: si assentava dal posto di lavoro

Le indagini, che sono andate avanti per diversi mesi, hanno consentito di svelare "un radicato e consolidato meccanismo di illiceità" che ha consentito al sindaco, nella sua qualità di dipendente dell'Asp di Cosenza, con la complicità di tre suoi colleghi, di assentarsi senza alcuna giustificazione dal luogo di lavoro, secondo l'accusa. Sempre secondo le accuse, una volta timbrato il cartellino, infatti, lasciava l'ufficio e si dedicava allo svolgimento di attività personali; spesso attestava falsamente di essersi recato in missione per conto dell'ufficio, occupandosi, anche in questo caso, di questioni non attinenti al servizio. In tal caso, le indagini hanno permesso di accertare la complicità dei suoi colleghi che, dipendenti presso diverse sedi dell'Asp (Cosenza, Amantea, Scalea), attestavano che la missione si era svolta regolarmente. 

Sindaco assenteista scoperto con telecamere, tabulati e Gps

Le condotte criminose, accertate attraverso l'installazione di telecamere all'interno degli uffici, analisi dei tabulati telefonici e monitoraggio con sistema Gps, sono state ricostruite in maniera capillare, anche grazie ad un'accurata attività di pedinamento e sono state incrociate con i dati delle presenze giornaliere risultanti dalla macchina marcatempo. Il quadro che ne è emerso attesta oltre 650 ore di assenteismo nel periodo oggetto di indagini. 

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