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Venerdì, 29 Marzo 2024
ROMA

Idi, appropriazione indebita: arrestato padre Decaminada

Contestate appropriazioni indebite per 14 milioni all'Istituto Dermopatico dell'Immacolata. Sequestrato immobile in Toscana del valore di un milione

ROMA - Tre misure cautelari personali sono state eseguite stamattina dalla Guardia di Finanza per il dissesto finanziario dell'Istituto Dermopatico dell'Immacolata (I.D.I.).

I provvedimenti emessi dal gip di Roma riguardano Domenico Temperini (tradotto in carcere), padre Franco Decaminada e Antonio Nicolella (entrambi agli arresti domiciliari). E' stato anche posto sotto sequestro un immobile, denominato "Ombrellino", sito in Magliano in Toscana (GR), del valore di oltre 1 milione di euro, acquistato, in massima parte, con denaro provento di reato.

Sono in corso 14 perquisizioni domiciliari e locali, presso abitazioni private ed uno studio commerciale e notarile, tutte in provincia di Roma, con l'impiego di circa 50 militari. I reati contestati ai tre arrestati vanno dall'appropriazione indebita aggravata alla bancarotta patrimoniale fraudolenta, dall'emissione ed utilizzo di fatture false all'occultamento delle scritture contabili. Altre 10 persone sono state denunciate, inoltre, a vario titolo, per i delitti di riciclaggio, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, occultamento delle scritture contabili ed appropriazione indebita.

Le indagini, coordinate dalla procura della Repubblica di Roma (procuratore aggiunto Nello Rossi e sostituti procuratori Giuseppe Cascini e Michele Nardi) e condotte dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza della Capitale, hanno avuto ad oggetto gravi fattispecie di appropriazione indebita, proseguite sino al 2012, in danno della "Provincia Italiana della Congregazione dei Figli dell'Immacolata Concezione", ente ecclesiastico, giuridicamente riconosciuto - proprietario, tra gli altri, dell'Istituto Dermopatico dell'Immacolata Concezione, del San Carlo di Nancy e di Villa Paola - con oltre 1.500 dipendenti, e, da sabato scorso, in amministrazione straordinaria, a seguito dello stato di insolvenza accertato dal Tribunale di Roma, in relazione ad un passivo di oltre 600 milioni di euro.

GLI ARRESTATI - Le investigazioni, rientranti nell'operazione denominata "Todo Modo", hanno consentito di accertare plurime condotte di spoliazione, per un totale di 14 milioni di euro circa, realizzate, con modalità differenti, dai 3 soggetti destinatari dei provvedimenti cautelari: Padre Franco Decaminada, quale consigliere delegato al Superiore Provinciale dal 2004 al dicembre 2011, incaricato della gestione del comparto IDI-Sanità (carica equiparabile a quella di amministratore delegato); Domenico Temperini, all'epoca amministratore delegato di Elea S.p.a. e di ELEA Fp S.c.a.r.l. (dichiarata fallita nel febbraio di quest'anno), società, entrambe, interamente partecipate dalla Provincia Italiana della Congregazione dei Figli dell'Immacolata Concezione ed attive nel settore della formazione del personale, nonché amministratore di IDI-Farmaceutici e direttore generale pro-tempore del comparto IDI-Sanità; Antonio Nicolella, membro del consiglio di amministrazione della società lussemburghese Ibos II S.A., nonché socio di un'omonima società congolese e componente del consiglio di amministrazione del Consorzio Servizi Ospedalieri, società partecipata dalla fallita ELEA FP S.c.a.r.l.

Le distrazioni di fondi ai danni della Congregazione sono state realizzate con differenti modalità, tutte ricostruite su base documentale dai Finanzieri- che, sul tema, hanno acquisito anche preziose conferme testimoniali - e sono proseguite anche quando la crisi finanziaria che investiva gli istituti ospedalieri era ampiamente manifesta.

Sono state ricostruite operazioni di prelevamento di denaro contante dalle casse dell'Idi, presso il cui ufficio economato confluivano quotidianamente gli incassi giornalieri dell'intero comparto Idi-Sanità, a titolo di asseriti e non documentati "rimborsi spese" o, più frequentemente, addirittura senza alcuna formale giustificazione: Padre Decaminada si sarebbe appropriato, in tal modo, di oltre 2,1 milioni di euro, mentre risultano attribuiti in contabilità a Temperini prelievi non giustificati per oltre 350.000 euro.

In misura ancora maggiore, proprio negli anni in cui si è aggravata la crisi finanziaria del comparto Idi-Sanità, anticamera dell'attuale stato di grave decozione, sono state sottratte, dai conti correnti dell'ente religioso, ulteriori, ingenti, risorse finanziarie grazie ad un collaudato sistema di false fatturazioni, attuato con lo schermo delle citate Elea S.p.a. ed Elea FP S.c.a.r.l., entrambe riconducibili a Temperini. Queste società, infatti, risultano aver ricevuto dalla Provincia Italiana della Congregazione circa 11,5 milioni di euro, a fronte, però, di fatture totalmente fittizie, indicanti prestazioni mai rese in Italia o, come riportato in alcuni casi, alla Provincia Indiana ed alla dipendente Provincia Latino-americana.

Parte delle somme destinate alle due Elea, pari a circa 4,5 milioni di euro, è confluita, attraverso l'emissione di documenti contabili altrettanto fittizi, sui conti correnti di un'ulteriore società, intestata a prestanome ma di fatto riconducibile al medesimo Temperini, la Gi.Esse Info service srl, per essere, da quest'ultima, veicolati, mediante bonifici o con somme prelevate in contanti, a favore dello stesso Temperini o di persone al medesimo riconducibili (la ex moglie, la compagna ed il padre), di Nicolella e dello stesso Decaminada (direttamente o attraverso una sua società, la Punto Immobiliare s.r.l.). La contabilità della Gi.Esse è stata successivamente occultata o distrutta dal TemperinI, con il concorso fattivo di propri familiari e di terze persone, con modalità tali da tentare di far ricadere su meri prestanome la responsabilità (penale) delle condotte.

Ulteriori somme, elargite alla Elea fp, sono state, poi, da questa dirottate, senza alcuna giustificazione economica - così integrando altre fattispecie di bancarotta fraudolenta per distrazione - alla ex moglie di Temperini, alla Punto Immobiliare ed alla congolese IBOS II, sui cui conti correnti sono giunti oltre 800.000 euro, verosimilmente destinati proprio al Nicolella, che, per sua stessa ammissione, aveva costituito la società africana per realizzare investimenti petroliferi.

Padre Decaminada avrebbe, in sintesi, accumulato circa 4 milioni di euro: almeno 2,1 milioni li avrebbe prelevati direttamente, in contanti, dalle casse della Provincia Italiana ed altri 1,8 milioni gli sono giunti dalla Elea FP e dalla Elea Spa, che - anche per il tramite della Punto Immobiliare srl - ne hanno schermato la reale destinazione con una serie di fatture false emesse da un'altra società, rappresentata dal responsabile pro tempore del settore commerciale dell'Idi. (da RomaToday)

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