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Sabato, 20 Aprile 2024
La fuga

Artem Uss, il ricercato russo fuggito da Milano per colpa di un messaggio degli 007 Usa ignorato

Il 29 novembre un documento partito dall'ambasciata americana a Roma e diretto al ministero della Giustizia italiano anticipava il rischio di fuga dell'imprenditore russo che sarebbe dovuto essere estradato in America

Martedì 29 novembre 2022 da un ufficio dell'ambasciata americana a Roma partono una email e un documento indirizzati al direttore dell'ufficio cooperazione giudiziaria internazionale, alla direzione generale degli affari internazionali e della cooperazione giudiziaria, al dipartimento per gli affari di giustizia e al ministero della giustizia italiano. A inviarlo è il dipartimento di giustizia americano, la "Criminal division, Office of international affairs". I destinatari sono tanti perché quel documento per gli americani è importante, fondamentale. Da ricevere immediatamente e, possibilmente, "ascoltare". L'oggetto toglie ogni dubbio: "Estradizione di Artem Uss negli Stati Uniti". 

Il nome non lascia nessun dubbio: quella mail e quel documento parlano di Artem Uss, cittadino russo, 41enne figlio di Aleskandr Uss, governatore della regione di Krasnoyask, nella Siberia centrale. E parlano, inevitabilmente, dell'uomo che gli Stati Uniti d'America accusano di violazione d'embargo nei confronti del Venezuela per una storia di contrabbando di petrolio verso Cina e Russia, frode bancaria, riciclaggio e - soprattutto - esportazione illegale di tecnologie militari dagli Usa alla Russia. Lo stesso uomo ora sparito nel nulla.

In quel momento Uss è in carcere a Milano. Ci è finito il 17 ottobre, giorno in cui si è presentato a Malpensa per partire alla volta della Turchia. Con i documenti, le forze dell'ordine sono risalite al mandato d'arresto emesso dalle autorità statunitensi e lo hanno bloccato e portato in carcere. Dove, però, resta poco. Perché il 25 novembre - quattro giorni prima che l'America cerchi di farsi sentire dall'Italia - per Uss vengono disposti i domiciliari in un appartamento di cascina Vione a Basiglio, paesino di meno di 8mila anime a sud di Milano. I domiciliari scattano formalmente il 2 dicembre, giusto il tempo tecnico che all'arrestato venga assegnato un braccialetto elettronico che controlli i suoi movimenti. Quindi, nel momento in cui l'America allerta le autorità italiane, il futuro latitante è ancora in custodia cautelare. 

E ai domiciliari il 40enne ci finisce perché i suoi avvocati Vinicio Nardo e Fabio De Matteis compiono un vero miracolo dimostrando, come riportato da Dossier, che lui ha interessi e domicili in Italia, paese da cui - dicono - non ha motivo di fuggire. Nelle tre pagine di ordinanza con cui la V sezione penale della Corte d'Appello di Milano sostituisce la misura cautelare della custodia in carcere con gli arresti domiciliari entra prepotentemente in gioco Maria Yagodina, la moglie di Uss. È lei infatti a fornire l'appartamento in cui l'uomo può attendere ai domiciliari la decisione dei giudici sull'estradizione, casa che tra l'altro è difronte a un'altra acquistata, sempre da lei, a giugno 2022, approfittando anche dei bonus prima casa. Così, Uss entra in quell'abitazione il 2 dicembre, nonostante l'avviso degli americani. 

La moglie, il telefono, il piano: tutti i misteri sulla fuga di Artem Uss

E l'estradizione arriva. Il 21 marzo i giudici meneghini la concedono per due reati su quattro: per la violazione dell'embargo nei confronti del Venezuela e per la frode bancaria, mentre viene respinta la richiesta per il riciclaggio e per il contrabbando delle tecnologie militari. Passa meno di un giorno ed ecco l'ora X. Esattamente centotredici giorni dopo quell'alert inviato dagli americani. Nel pomeriggio del 22 marzo, alle 14.07 in punto, Uss evade. 

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