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Sabato, 20 Aprile 2024
il delitto di firenze

"Quella notte di sesso e cocaina con Ashley: trattato come un cane, ho reagito"

Le ultime ore di Ashley Olsen nei verbali degli inquirenti. Alle 6.30 la donna lascia il locale insieme a Cheik Diaw. Intorno alle nove la vicina di casa sente "urla soffocate", ultimi spasmi della vittima. L'assassino: "E' stata lei a spingermi, poi l'ho colpita"

FIRENZE - Sono le sei e trenta del mattino quando Ashley Olsen e Cheik Diaw lasciano il club Montecarla, in via de' Bardi. Secondo quanto emerge dai verbali degli inquirenti - pubblicati oggi da La Nazione - i due si erano conosciuti poco prima, intorno alle 4 e 30 del mattino.

Ashley è in compagnia di due amici: Jade Moss e James Bateman. Diaw, 27 anni, incensurato, è già ubriaco. Il giovane offre loro da bere e inizia a parlare con Ashley. Secondo un testimone "consegna cocaina alla ragazza che parlava italiano e che ho saputo chiamarsi Ashley".  

Jade Moss mette in guardia l'americana da quel ragazzo, "una brutta persona". Litigano. L’amica di Ashley se ne va in taxi. Dirà: "Secondo me aveva parlato con quel ragazzo per acquistare coca...". Intorno alle 7.15 arrivano in via Santa Monica, la strada della residenza fiorentina della statunitense. Da questo momento in poi a parlare è solo Diaw Cheik: 

"Beviamo e sniffano coca che la ragazza aveva in casa. Poi vado a comprare le sigarette. Torno. Abbiamo un rapporto sessuale, poi vado in bagno e getto preservativo e cicca della sigaretta. Mi dice ‘vattene via’ che viene il mio fidanzato. Mi ha trattato come un cane. Mi spinge e batto il fianco. La spingo anch’io e la colpisco con un pugno sulla nuca. Cade, si rialza, riprende a spingermi. Di nuovo la spingo, lei cade all’indietro sbattendo la testa sul pavimento. La prendo per il collo e la tiro su. La riporto a letto sul soppalco. Dice che sta male. Ero ubriaco e avevo preso coca, ma non l’ho strangolata".

Omicidio Ashley Olsen

Una versione, quella riferita dall’assassino, che gli investigatori ritengono attendibile solo in parte.

Cheik sostiene di essere uscito di casa alle 8.30. Tra le nove e le undici una vicina di casa della vittima sente "urla soffocate", ultimi spasmi di Ashley. Poi c’è l’ultima telefonata partita dal cellulare (mai trovato) della vittima. Alle 9.20 qualcuno digita 11, probabilmente l’ultimo e disperato tentativo di Ashley di contattare un numero d’emergenza. La polizia ha inoltre accertato che per nove ore la scheda sim del senegalese è stata inserita nel cellulare della vittima.
 

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