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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Assegno di divorzio, addio al "tenore di vita": conta l'indipendenza economica

Per gli avvocati matrimonialisti italiani è una sentenza storica quella con cui la Suprema Corte ha stabilito i nuovi parametri in tema di assegno di divorzio: si terrà conto dell'indipendenza o autosufficienza di chi lo richiede, non più del “tenore di vita matrimoniale”

La Cassazione, con la sentenza numero 11504/17 pubblicata oggi in materia di assegno di divorzio, stabilisce nuovi parametri di riferimento per il riconoscimento dell’assegno di divorzio. 
Nello specifico, la prima sezione civile ha superato il precedente consolidato orientamento che collegava la misura dell’assegno di mantenimento al parametro del “tenore di vita matrimoniale”, indicando come parametro di spettanza dell’assegno, avente natura “assistenziale”, l'”indipendenza o autosufficienza economica” dell’ex coniuge che lo richiede. 

"SENTENZA STORICA". Con la decisione delle Cassazione “viene cancellato il criterio del tenore di vita per quantificare e riconoscere l’assegno divorzile” spiega l’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell’associazione matrimonialisti italiani. 

“Potrebbe scomparire d’ora in poi – aggiunge Gassani – un principio cardine della legge sul divorzio. La storia dei soldi dati per la separazione è una storia lunga, ma la decisione dei giudici della Suprema corte può fare scuola, bisogna ammetterlo. Anche se negli ultimi anni c’è stata una tendenza chiara, Perché negli anni ’80 la concessione dell’assegno era per il 60 per cento delle coppie”. 

Ma il dato è molto diminuito con il tempo, “tanto che nell’ultimo anno è del 19%” aggiunge ancora Gassani, che è autore dei saggi ‘I Perplessi Sposi’ e ‘Vi dichiaro divorziati’.

“In questo senso la Cassazione spesso è un termometro della situazione sociale del Paese" - aggiunge ancora l'avvocato -  "Perché le donne, in tanti casi, lavorano e guardagnano più degli uomini. Inoltre questo verdetto è in linea con la realtà europea”. 
Stante il fatto che il criterio dell’assegno divorzile “è stato spazzato via”, continua Gassani, va ricordato che “le coppie con stipendi fissi hanno solo l’assegno per i figli; sono quelle ricche, fatte di vip, professionisti e commercianti a giovarsi di questa pronuncia. La Cassazione comunque eleva l’asticella culturale, il matrimonio non è un affare. Se si vive insieme è un conto, insomma, ma l’assegno viene concesso con oculatezza”. 

Non sarebbe meglio adottare l’escamotage degli accordi prima del matrimonio? “In Italia manca la legge. Personalmente dico che regolamentare quel che viene inteso prima del matrimonio sarebbe un atto di civiltà. Anche alla luce della sentenza di oggi. Perché tutti potranno farvi riferimento”. 

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