Gambizzato ad Ansaldo, sospettati due ex 'brigatisti'. Ma il Ros smentisce

Proseguono le indagini sull'attentato nel quale è rimasto ferito l'ad di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi. Secondo il Secolo XIX e il Corriere della Sera - che riportano il rapporto dei Carabinieri del Ros - gli inquirenti sono risaliti a "un nome" noto negli ambienti "eversivi" che ritengono riferibile al commando che ha sparato. Per questo chiedono l'autorizzazione "ad ascoltarne le conversazioni telefoniche e a circoscriverne le comunicazioni e i contatti a partire dal 1/o gennaio 2012". 

Due sospettati? - Secondo fonti investigative, i sospettati sarebbero però due. I Carabinieri hanno infatti da tempo "indagini pertinenti ad ambienti eversivi" con i quali un sospettato sarebbe in contatto. Gli 'ambienti eversivi' sarebbero riconducibili a uno specifico centro di documentazione genovese frequentato anche da un secondo sospettato che, a quanto emerge, non sarebbe genovese. 

Il Ros smentisce - I Carabinieri del Ros però smentiscono e reputano "prive di fondamento" le notizie relative ai due sospettati. "In particolare" spiegano "nessun riferimento esiste in ordine a presunti responsabili dell'agguato".

Il Procuratore: "Indagini su tutti i fronti" - Al momento, come ha spiegato il procuratore di Genova  Michele Di Lecce "c'è la concreta possibilità che si tratti di un attentato terroristico. Ma al momento non ci sentiamo di escludere niente. Le motivazioni politiche" continua "non solo le sole ipotizzabili". L'indagine, infatti, non esclude la pista di qualche azienda lasciata fuori da appalti di Ansaldo Nucleare. Quanto agli attentatori, "ci sono impronte digitali, ma non sappiamo ancora se utilizzabili". Sulla dinamica, il procuratore Di Lecce spiega che "il proiettile è stato sparato a una distanza tra il metro e i 30 centimetri".