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Giovedì, 18 Aprile 2024
Attentato Brindisi

"Le bombe erano per il tribunale, mi avevano truffato. Mi spiace per Melissa, ho figli anche io"

Parla Giovanni Vantaggiato, reo confesso dell'attentato alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi: "Non volevo fare male alle studentesse, non le avevo viste". Rabbia dei genitori di Melissa Bassi

"Ho fatto tutto da solo. Mi avevano truffato, dovevano pagarla". Sono state queste le prime parole, di confessione, di Giovanni Vantaggiato, l'uomo accusato di avere fatto esplodere, lo scorso 19 maggio, tre bombole del gas davanti l'istituto Morvillo Falcone di Brindisi. Le stesse bombole che costarono la vita a Melissa Bassi, una studentessa poco più che sedicenne. 

LA RICOSTRUZIONE - Vantaggiato, in aula per l'esame del processo che lo vede imputato, ha deciso di rispondere alle domande dei pm Guglielmo Cataldi e Cataldo Motta. E ha ricostruito, per intero, quel maledetto 19 maggio. "Alle sei mi sono svegliato e come tutti i giorni mia moglie mi ha portato il caffe e le paste a letto. Poi sono andato in bagno e mi sono fatto la barba". A quel punto, ha raccontato, "sono sceso e sono andato a Brindisi, da Copertino, con la mia macchina". Quello che più interessa agli inquirenti, però, sono le ore precedenti. "La notte, verso l'una e mezza, sono sceso dalla finestra di casa mia per andare a Brindisi a collocare le bombole esplosive - ha raccontato - dopo sono tornato e mi sono rimesso a letto". 

"LA BOMBA L'HO COSTRUITA CON UN'ENCICLOPEDIA" - Vantaggiato ha spiegato, con incredibilità lucidità, anche i particolari della costruzione delle bombe. "Ho imparato a costruire gli ordigni esplosivi sulle pagine dell'enciclopedia. Ho usato nitrato di potassio, zolfo e carbone". La ricostruzione non si è fermata qua: "Sono partito da nitrato di potassio, alla voce "N", nitrati, a pagina 72". 

LA TRUFFA SUBITA - Costruite le bombe, alle 7:45 del 19 maggio, il folle piano di Vantaggiato prende forma. L'uomo fa detonare le bombe artigianali e lo scoppio travolge e uccide la piccola Melissa Bassi. L'obiettivo dell'attentatore, però, non era la scuola. "Volevo mettere questa bomba al tribunale, ma non era possibile perché c'erano troppe telecamere", ha detto l'uomo. Il motivo del gesto è semplice, quanto tragico: "Doveva essere un gesto dimostrativo, avevo subito una truffa, tante volte. E questa cosa mi tormentava, mi era rimasta nella mente". 

"NON VOLEVO FARE DEL MALE" - La sua volonta, però, non era "fare del male alle ragazze della scuola". Nè tanto meno, fare del male in "generale". "Se avessi voluto - ha detto Vantaggiato - avrei azionato il telecomando quando è arrivato vicino al cassonetto un uomo con cinque ragazze, invece ho aspettato che si allontanassero e entrassero a scuola, solo dopo ho azionato la bomba ma non mi sono accorto che stavano arrivando altre ragazze"

"CHIEDO PERDONO" - E invece, altre ragazze stavano arrivando. In particolare, Melissa Bassi. In aula, l'attentatore ha chiesto "perdono alla famiglia di Melissa", rivolgendosi con lo sguardo verso i genitori della giovane morta a causa dello scoppio. La madre di Melissa, a queste parole, si è presa la testa tra le mani ed è scoppiata a piangere, il padre Massimo si è girato dall'altra parte per non guardare lo stragista. Mentre alcune studentesse ferite nell'attentato hanno sussurrato parole di indignazione. Vantaggiato, però, non si è fermato e, riferendosi a Massimo, padre di Melissa, ha detto: "Mi spiace, ho figli anche io". 

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