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Venerdì, 19 Aprile 2024
"Baby squillo"

Baby squillo, come tutto è cominciato: "Ho scritto fare soldi su google"

Parla la più grande delle due "piccole escort": "Volevo essere autonoma, in un giorno facevamo fino a cinquecento euro". E ancora: "Io non sono una vittima, non mi hanno mai costretta a farlo"

ROMA - Spavalda, senza paura, quasi aggressiva. Parla di tutto quello che le è successo, e che ha fatto, senza alcun problema. Senza alcun rimorso. Si blocca soltanto quando deve ammettere di avere fatto sesso per soldi. Lei, la 16enne baby squillo della Roma bene, non riesce a dirlo. "Non mi va" dichiara al pm. Che la incalza: "Dire che facevate sesso in cambio di soldi?". "Esatto". 

Poi, però, racconta ogni cosa. Dall'inizio dello sfruttamento, un "gioco", al coinvolgimento della sua amica, "aveva bisogno di soldi", passando per la loro età, "Mimmi non lo sapeva che eravamo piccole". 

"Tutto è iniziato come un gioco, volevo fare soldi facili, l'ho scritto su Google e alla fine ho risposto a un annuncio in Rete. Così ho inziato a fare la baby squillo" racconta la più grande delle due al procuratore aggiunto, Maria Monteleone, e al pm Cristina Macchiusi. "Volevo essere autonoma, in un giorno facevamo fino a 500 euro", dice la ragazzina, come riporta "Repubblica". 

All'annuncio aveva risposto Nunzio Pizzacalla, uno dei due sfruttatori, insieme a Mirko Ieni, e da lì tutto ha avuto inizio. "Mimmi non lo sapeva che eravamo piccole. E' stata una nostra idea, non mi hanno mai costretta a farlo". E poi: "Non è che mi chiedeva chissà cosa, e non vedo quale è il problema. Se fossi stata maggiorenne nessuno mi avrebbe detto niente, io non sono una vittima"

Poi, però, quando il pm la mette all'angolo, "ho l'impressione che tu ti creda un po' troppo sicura, troppo intelligente. Una persona che utilizza, approfitta, si fa dare soldi, porta i clienti per incontri sessuali indicibili con una bambina di 14 anni secondo te che fa? Fa un lavoro?", lei finalmente ammette: "No, secondo me Mimmi sapeva che eravamo minorenni".

E ancora, sul coinvolgimento della sua amica 14enne: "Non è una cosa bella - racconta ai pm -. E' una cosa sbagliata, lei per me è importantissima. E' la mia più cara amica". Però "non l'ho costretta io", e poi domanda "ma è colpa mia che me la sono portata appresso? Era solo un gioco". 

Il magistrato replica: "Bel gioco. Incontrate uomini sconosciuti che magari prima hanno fatto fatto sesso con altre donne a pagamento, è normale a 14 anni?". La ragazza incassa, ma non molla: "Non lo è. Ma non sono responsabile io di averle costretto a fare queste cose. Aveva bisogno di soldi così le ho detto 'va beh vieni pure te'".

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