Un errore della banca e un pensionato di Imperia si ritrova accreditati sul conto quasi 45mila euro. Venti giorni dopo, l'istituto di credito si rende conto dell'errore e chiede la restituzione dei soldi, ma il pensionato li ha già spesi. Inizia così una battaglia giudiziaria che ha portato oggi a un esito inaspettato: la banca ha trattenuto circa 8600 euro di arretrati sulla pensione dell'anziano, costringendo il suo legale a valutare gli estremi di una denuncia.

La vicenda era iniziata nell'agosto 2015, quando il pensionato si era ritrovato improvvisamente sul conto ben 44.964,03 euro in più. Il pensionato era in attesa di un bonifico dall'estero come risarcimento per un incidente occorso a un suo parente. Prima di toccare quei soldi, chiede assicurazioni al cassiere e a un funzionario della banca, che confermano la regolarità del bonifico. Quei soldi vengono quindi allora spesi per chiudere un paio di finanziamenti e fare qualche piccola spesa, spiega l'avvocato Mario Leone, difensore dell'anziano. Venti giorni dopo, però, la doccia fredda: il denaro non doveva arrivare a lui, dice la banca, ma a un correntista ligure con un Iban molto simile.

"Il mio cliente, tuttavia, aveva già speso tutto - spiega il legale - ma si era impegnato a restituire il credito, a due o trecento euro al mese, che avrebbe trattenuto, con sacrificio, dalla pensione minima di 780 euro al mese". L'accordo, tuttavia, salta e l'istituto di credito presenta richiesta di inserimento del nominativo dell'anziano nella "centrale rischi", la cosiddetta black-list dei correntisti insolventi.