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Martedì, 16 Aprile 2024
Reo confesso

Benno Neumair condannato all'ergastolo: uccise i suoi genitori

Accolte in toto le richieste dell'accusa. La sorella: "Non so se lo perdonerò"

Benno Neumair, il trentunenne reo confesso dell'omicidio dei suoi genitori, è stato condannato all'ergastolo. La Corte d'assise di Bolzano, presieduta dal giudice Carlo Busato, ha accolto in toto le richieste dell'accusa, condannando Benno all'ergastolo sia per l'omicidio del padre, Peter Neumair, che per quello della madre, Laura Perselli. Per il reato di soppressione di cadavere, cioè per avere gettato i corpi dei genitori uccisi nelle acque dell'Adige, Benno Neumair è stato condannato a 3 anni di reclusione. La pena finale è quindi ergastolo con un anno di isolamento diurno e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici.

La difesa aveva provato a invocare l'applicazione delle attenuanti generiche, chiedendo ai giudici di ritenerlo incapace di intendere e di volere per entrambi gli omicidi, avvenuti a distanza di circa mezz'ora l'uno dall'altro. Nella sua arringa finale, l'avvocato difensore di Benno, Flavio Moccia aveva detto che la richiesta di ergastolo da parte della Procura "è una condanna a morte" precisando che "la legge lo prevede per i terroristi, per i criminali che non si fermano davanti a niente e nessuno, Benno se lo merita? Sta a voi decidere". Il pm Secco, dal canto suo, ha sottolineato invece come "Benno non si è mai pentito e non ha sofferto, come invece hanno sofferto le due vittime e come soffrono ora i loro familiari".

In aula, come sempre, era presente la sorella Madè: "Non so se lo perdonerò - ha detto a caldo, risponendo alle domande dei giornalisti - È una domanda così difficile che non ci sto pensando perché in questo momento penso alla mamma e al papà. Questa non è una vittoria perché questa pena o le motivazioni che arriveranno e leggeremo non ci ridaranno la mamma e il papà". 

La vicenda

Tutto comincia il 4 gennaio 2021 a Bolzano, quando il trentenne Benno strangolò con un cordino da alpinista entrambi i genitori, il padre Peter e la madre Laura Perselli, nella casa di famiglia. Dopo il duplice omicidio, il giovane ha gettato i corpi dei genitori nel fiume Adige. Il giorno dopo, lo stesso Benno si era recato dai carabinieri per denunciarne la scomparsa. 

Le prime ricerche furono condotte nella zona dell'hotel Eberle, che proprio il giorno della presunta scomparsa era stato colpito da una frana. Peter e Laura, entrambi in pensione, erano soliti fare lunghe passeggiate, da qui l'ipotesi di essere stati travolti dalla frana. Ma le ricerche si conclusero con un nulla di fatto, e a quel punto le attenzioni degli inquirenti si concentrarono sullo stesso Benno. I sospetti erano supportati da alcuni elementi: il giovane era da poco tornato a vivere con i genitori e qualche mese prima aveva avuto un acuto episodio psichiatrico culminato in un ricovero coatto in Germania.

Per quattro settimane, Benno ha cercato di allontanare i sospetti su di lui partecipando attivamente alle ricerche e mostrandosi collaborativo. Dietro questo atteggiamento, si scopri dopo, c'era forse la convinzione di aver nascosto bene le tracce del duplice omicidio. La notte del 4 gennaio, quella dell'omicidio, Benno era andato a dormire da un'amica a cui aveva dato alcuni vestiti da lavare. Vestiti poi nascosti durante un sopralluogo dei Ris. Un’altra donna, una maestra conosciuta su Tinder da Benno, lo aveva invece aiutato a pulire casa. Entrambe le donne non sono state ritenute complici dell'uomo.

Il primo vero errore di Benno durante questa prima fase delle indagini fu quello di portare la vettura di famiglia in un autolavaggio: i carabinieri lo fermarono poco prima che l'auto finisse sotto le spazzole, e nel portabagagli venne rinvenuta una tanica di acqua ossigenata. Ma la svolta arrivò qualche giorno dopo, quando gli inquirenti misero in connessione una macchia di colore giallastro su un ponte dell'Adige e i movimenti di Benno la notte dell'omicidio: i dati relativi alle celle telefoniche confermarono la presenza dell'uomo in quella zona.

Sentendosi braccato, la notte del 28 gennaio 2021 Benno si costituì e nei suoi confronti venne disposta la misura della custodia cautelare in carcere. Il corpo della madre fu trovato il 6 febbraio 2021: dopo la notizia, Benno scoppiò in lacrime e confessò il duplice omicidio. Il corpo del padre fu invece rinvenuto soltanto il 27 aprile 2021. 

Il fatto che Benno soffrisse di gravi disturbi psicologici è stato confermato dai periti del Gip, che ne hanno riconosciuto lo stato di seminfermità di mente, ma solo per l'omicidio del padre. Per quello della madre, invece, è stato valutato come perfettamente capace di intendere e di volere. Le indagini, infatti, hanno ricostruito che Peter Neumair era stato ucciso mentre di trovava da solo a casa con il figlio. La madre Laura arrivò circa una mezz'ora dopo: secondo l'accusa, se contro il padre fu un raptus, lo strangolamento della madre fu premeditato per eliminare un testimone scomodo. Sempre secondo i periti del Gip, per Benno, Peter e Laura rappresentavano degli ostacoli rispetto alle modalità con le quali aveva scelto di realizzarsi nella vita.

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