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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Mafia, Dell'Utri e Berlusconi nuovamente indagati per le stragi del '93

La nuova inchiesta è incentrata sulle parole pronunciate in carcere dal boss Giuseppe Graviano, intercettato dai pubblici ministeri palermitani del processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia

"Presunti mandanti occulti". Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri sono nuovamente indagati nell'inchiesta per le stragi mafiose del 1993 che colpirono Firenze, Roma e Milano. La procura di Firenze ha infatti ottenuto la riapertura del fascicolo, archiviato nel 2011, e ha delegato nuovi accertamenti alla Direzione investigativa antimafia.

La nuova inchiesta è incentrata sulle parole pronunciate in carcere dal boss Giuseppe Graviano, intercettato dai pubblici ministeri palermitani del processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. Lo scrivono stamani La Repubblica e il Corriere della Sera. "Frammenti di conversazione – scrive il quotidiano di Via Solferino – nei quali i riferimenti al fondatore di Forza Italia, seppure in un contesto di non facile interpretazione, sono abbastanza chiari".

Secondo quanto riporta Repubblica, il 10 aprile 2016, nel penitenziario di Ascoli Piceno, al suo compagno dell’ora d’aria, il camorrista Umberto Adinolfi, Graviano avrebbe detto "Berlusconi mi ha chiesto questa cortesia, per questo c’è stata l’urgenza", come avrebbero registrato le telecamere della Dia. "Lui voleva scendere, però in quel periodo c’erano i vecchi – avrebbe insistito Graviano – lui mi ha detto: ci vorrebbe una bella cosa". E ancora: "Trent’anni fa, venticinque anni fa, mi sono seduto con te, giusto? Ti ho portato benessere. Poi mi è successa una disgrazia, mi arrestano, tu cominci a pugnalarmi. Per cosa? Per i soldi, perché ti rimangono i soldi…". 

Le intercettazioni sono andate avanti per 14 mesi, dal febbraio 2016 all'aprile 2017, e adesso è arrivata la riapertura del fascicolo. Parole che il legale difensore di Berlusconi, l'avvocato Nicolò Ghedini, bolla come "illazioni e notizie infamanti prima del voto, non avendo mai avuto alcun contatto il presidente Berlusconi né diretto né indiretto con il signor Graviano".

Su questi e altri brani di intercettazioni ricevute dal colleghi palermitani, il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo ha delegato alla polizia giudiziaria lo svolgimento di alcune verifiche e per farlo ha dovuto chiedere al gip di riaprire il fascicolo su Berlusconi e le stragi nella città dove sono concentrate le indagini sulle bombe del 1993 scoppiate a Firenze, Roma e Milano.

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