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Giovedì, 28 Marzo 2024
Inchieste

"Ora basta, la gente deve sapere chi è Berlusconi"

In un'intervista a Repubblica Sergio De Gregorio, il senatore "comprato" dal centrodestra nel 2006 per far cadere il governo Prodi, chiede aiuto agli altri: "Parlate, il vostro silenzio è inutile".

Ci siamo. Il governo Prodi 2006 può dirsi, dopo quasi 7 anni, vicino alla resa dei conti contro l'allora capo dell'opposizione Silvio Berlusconi. Il fatto è noto: allora, come oggi, regnava l'ingovernabilità. Al momento "giusto", il Pdl "acquistò" alcuni senatori per sovvertire il voto di fiducia in quel di Palazzo Madama. E uno di questi senatori fu Sergio De Gregorio, transitato dall'Idv al Pdl per la cifra - come lui ha confessato ai pm di Napoli - di tre milioni di euro.

E dopo aver parlato ai magistrati, De Gregorio spiega alla stampa - nell'occasione a Repubblica - come sono andate le cose. 

L'INTERVISTA - "Il mondo è cambiato, la valanga è solo all'inizio, mi auguro che altri facciano la loro operazione verità". Si veste da uomo del 'perché sia fatta giustizia' l'ex senatore Idv. E fa riferimento ai tanti che in quel lasso di tempo si scoprirono vicini a Silvio Berlusconi. "A partire da Valter Lavitola, perchè il suo sacrificio, il suo silenzio, sono inutili".

Lo afferma in una intervista a Repubblica l'ex senatore dell'Idv Sergio De Gregorio, che ha ammesso di essersi fatto 'comprare' per tre milioni di euro per far cadere il governo Prodi. Preferisce non fare i nomi di altri ma "certo - dice - vedevo un attivismo enorme. Berlusconi in quel periodo si occupava solo di quello" della "Operazione Libertà". Tutte le riunioni a Palazzo Grazioli erano finalizzate all'obiettivo. Se ne occupavano in tanti. E Lavitola ha guadagnato le sue buone referenze nell'Operazione". 

"Devo dire che l'unico a crederci era Berlusconi. Mi colpì Fini, rassegnato: 'Ma facciamoceli questi anni di opposizione. Io e Pier Ferdi, cinque anni, anagraficamente, li possiamo reggere'". Comunque, "non sono reticente e non lo sarò in futuro. Sono un uomo pericoloso, ma perchè motivato" avverte. "Mi sottovalutano".

L'INCHIESTA - I pm della procura di Napoli che indagano sulla cosiddetta "Operazione Libertà", il piano ordito secondo l'accusa per far cadere il governo Prodi attraverso la compravendita di senatori, intendono ascoltare l'avvocato Niccolò Ghedini, legale di Silvio Berlusconi. Il penalista è stato infatti citato come persona informata dei fatti dal pool di magistrati che nei giorni scorsi ha spedito un avviso di garanzia a Berlusconi, ipotizzando i reati di corruzione e illecito finanziamento dei partiti per i tre milioni di euro che il leader del Pdl avrebbe fatto pervenire al senatore Sergio De Gregorio. 

L'esigenza di ascoltare Ghedini è conseguente ad alcune dichiarazioni fatte nel dicembre scorso da De Gregorio, secondo il quale l'avvocato sarebbe stato al corrente del versamento dei soldi e dell'accordo intercorso tra l'esponente politico napoletano e il leader del Pdl. In ogni caso Ghedini avrebbe già fatto sapere ai pm napoletani di non poter testimoniare nei prossimi giorni sia per gli impegni professionali sia per questioni di incompatibilità legate al suo ruolo di difensore di Berlusconi, indagato in questa inchiesta. 

BERLUSCONI - Intanto gli inquirenti attendono risposte da Berlusconi, convocato per il 5 marzo prossimo. Ci sono anche altre due date indicate nell'invito a presentarsi notificato giovedì scorso: il 7 oppure il 9 marzo, sempre presso una caserma della Guardia di Finanza di Roma. Finora i pubblici ministeri non hanno avuto informazioni circa la sua disponibilità a farsi interrogare o l'intenzione di avvalersi della facoltà di non rispondere o ancora affidare la propria versione dei fatti a un memoriale.

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