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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Processo Mediaset

No legittimo impedimento, Berlusconi: "Sono venti anni che vogliono eliminarmi"

Il leader del Pdl commenta la decisione della Consulta che ha respinto il ricorso per il legittimo impedimento: "Niente potrà fiaccare il mio impegno politico per un'Italia più giusta"

E' un Berlusconi amareggiato, deluso, ma che non ha intenzione di mollare, quello che commenta la decisione della Corte Costituzionale di respingere il suo ricorso per un legittimo impedimento a partecipare ad un'udienza del marzo 2010 per il processo Mediaset. 

SILVIO BERLUSCONI - "Dalla discesa in campo ad oggi - afferma Silvio Berlusconi in una nota - la mia preoccupazione preminente è sempre stata, ed è, il bene del mio Paese. Perciò anche l'odierna decisione della Consulta, che va contro il buon senso e tutta la precedente giurisprudenza della Corte stessa, non avrà alcuna influenza sul mio impegno personale, leale e convinto, a sostegno del governo nè su quello del Popolo della Libertà". 

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"E ciò nonostante - prosegue la nota - continui un accanimento giudiziario nei miei confronti che non ha eguali nella storia di tutti i Paesi democratici. Questo tentativo di eliminarmi dalla vita politica che dura ormai da vent'anni, e che non è mai riuscito attraverso il sistema democratico perchè sono sempre stato legittimato dal voto popolare - conclude - non potrà in nessun modo indebolire o fiaccare il mio impegno politico per un'Italia più giusta e più libera".

I RIFLESSI SUL GOVERNO LETTA

MINISTRI PDL - A sostegno del loro leader, i parlamentari del Pdl che in una nota affermano: " E' una decisione incredibile. Siamo allibiti, amareggiati e profondamente preoccupati - si legge  - La decisione stravolge ogni principio di leale collaborazione e sancisce subalternità della politica all'ordine giudiziario. Ci recheremo immediatamente da Berlusconi". 

GUGLIELMO EPIFANI - Esclude ogni conseguenza politica, il segretario del Pd Guglielmo Epifani. "E' una sentenza che era attesa, dà ragione a una parte e torto all'altra. Non vedo il rapporto con questa sentenza e il quadro politico. Per quanto riguarda il Pd - ha precisato - le sentenze si applicano e si rispettano. Non ho motivo di ritenere che possa avere effetto sul governo che è un governo di servizio per i cittadini in una fase drammatica per la vita nazionale e dei cittadini stessi".

RENATO BRUNETTA - "Distinguere politica da giustizia oggi in Italia è virtù impossibile. Eppure la eserciteremo, imparando dal presidente Berlusconi la capacità di privilegiare l'interesse della nazione rispetto alla ribellione davanti a sentenze persecutorie. Siamo infatti all'assurdo di una Corte costituzionale che non ritiene legittimo impedimento la partecipazione di un presidente del Consiglio al Consiglio dei ministri". E' quanto afferma in una nota Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl commentando la sentenza della Consulta.
"Dinanzi all'assurdo, che documenta la resa pressoché universale delle istituzioni davanti allo strapotere dell'ingiustizia in toga, la tentazione sarebbe quella di chiedere al popolo sovrano di esprimersi e di far giustizia con il voto - osserva Brunetta -. Sarebbe legittimo, ma vorrebbe dire fare un passo indietro rispetto al cammino di pacificazione nazionale che il governo di grande coalizione ha intrapreso.
Più che mai si tratta di fare in modo che questo sacrificio di Berlusconi e nostro si tramuti in provvedimenti e in riforme capaci di dare sviluppo e giustizia giusta a questa Italia che vuole rinascere".

RENATO SCHIFANI - "Scopro oggi con preoccupazione e stupore di vivere in un Paese in cui presiedere il Consiglio dei ministri non costituisce causa di legittimo impedimento. C'è da interrogarsi molto su questo strano principio".Lo ha dichiarato il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani.
"Sono vicino con affetto al presidente Berlusconi, anche a nome dei senatori del Popolo della Libertà, e attendo con molta fiducia - aggiunge - il pronunciamento finale della Cassazione.
Convinto sempre più che il nostro leader sia totalmente estraneo rispetto ai fatti che gli vengono contestati sul caso Mediaset.
Ancora una volta comunque il presidente Berlusconi conferma il suo profilo di autentico statista, garantendo che il pronunciamento di oggi - conclude Schifani - non avrà alcun riflesso sulla stabilità di governo".

FABRIZIO CICCHITTO - "Questo della Consulta che contraddice anche sue precedenti deliberazioni è fondamentalmente una scelta politica e non tecnica. E` una scelta sbagliata e negativa". Lo afferma in una nota Fabrizio Cicchitto, del Pdl. "Siamo persone responsabili e quindi - conclude - non trarremo da ciò conseguenze sulla vita del governo ma non c`è dubbio che siamo di fronte ad un vulnus che richiederà una riflessione assai attenta".

PAOLO FERRERO - Naturalmente di umore opposto, Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista. "Bene la sentenza della Consulta che respinge la richiesta di legittimo impedimento, nel pieno rispetto della Costituzione - si legge in una nota - Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, la Consulta l'ha ricordato a Berlusconi che l'aveva dimenticato".

ANTONIO DI PIETRO - D'accordo con la decisione della Consulta ache Antonio Di Pietro: "Tutti i nodi vengono al pettine. E' ora che Berlusconi lasci che la magistratura faccia il proprio dovere. La smetta con le sue eccezioni procedurali da azzeccagarbugli che, da anni, sta portando avanti sempre e solo per non arrivare ad una sentenza di merito che valuti i suoi comportamenti" ha detto. Poi ha attaccato: "Fino ad oggi è riuscito a farla franca in quanto ha piegato le istituzioni al proprio volere e ha fatto ricorso a mezzucci, ovvero a leggi ad personam, come la riduzione dei tempi della prescrizione o la depenalizzazione del falso in bilancio. Berlusconi - ha concluso - la smetta di scappare e affronti le proprie responsabilità".

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