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Sabato, 20 Aprile 2024
Religione

"Non può fare il catechismo: è figlia di genitori divorziati"

Il caso di una bambina estromessa dal catechismo proprio nei giorni caldi della discussione del Sinodo sui divorziati. Una questione molto sentita nella Chiesa, che però ancora non ha trovato una soluzione

A pochi giorni dalla chiusura del Sinodo sulla famiglia sembra si apra uno spiraglio per i divorziati risposati che vogliono essere riammessi ai sacramenti. Nessun cambio di dottrina, ma dai padri sinodali potrebbero arrivare due soluzioni per risolvere il "problema", come ricorda Repubblica: l'istituzione di "cammini penitenziali" che permettano di prendere coscienza del fallimento e degli errori commessi nel primo matrimonio e una valutazione "caso per caso" da affidare al vescovo.

NIENTE CATECHISMO - Intanto però la questione è ancora viva e combattuta, come dimostra il caso sollevato da Il Tirreno di una bambina di Lammari, in provincia di Lucca, estromessa dal catechismo perché figlia di genitori divorziati. Come scrive il quotidiano toscano, la decisione è stata presa dal parroco e per la bambina è scattato il divieto di partecipare al catechismo, dopo che gli altri due fratelli avevano frequentato regolarmente i corsi e hanno già sostenuto la comunione. Con la differenza, rispetto alla sorellina, di essere cresciuti mentre i genitori erano ancora sposati.

"NON È GIUSTO" - La madre, cattolica praticante che convive con un nuovo compagno e lavora in una cooperativa onlus, non ci sta. "Tutto questo è assurdo - ha detto la mamma a Il Tirreno - Sono divorziata, ma si tratta di una scelta personale di cui non devo rendere conto alla parrocchia e di cui ovviamente non deve fare le spese la mia bambina. I miei figli più grandi frequentano regolarmente il catechismo e vivono sotto lo stesso tetto della più piccola. Possibile che ci sia questa disparità di trattamento? Non è giusto". La questione si trascinerebbe da gennaio, da quando cioè la mamma si sarebbe rivolta al parroco per iscrivere la figlia al catechismo. In quasi dieci mesi, però, il sacerdote "ha sempre rinviato la decisione, dicendo che doveva parlare con i catechisti", ha spiegato la madre. "Siamo arrivati a ottobre e il catechismo è già iniziato".
Contattato dal quotidiano, don Giovanni Romani, parroco di Lammari, ha detto di aver chiesto alla madre "tempo per riflettere" sulla sua richiesta, preferendo non aggiungere altro sull'argomento. Da parte del sacerdote non ci sarebbe stato quindi un no definitivo alla partecipazione della bambina ai corsi di catechismo e non è escluso che nei prossimi giorni la diatriba possa arrivare a una soluzione. 

IL BIMBO CHE COMMOSSE IL SINODO - Impossibile intanto non ripensare alla storia del bambino che appena poche settimane fa ha commosso l'assemblea sinodale: mentre faceva la prima comunione nella sua parrocchia, il piccolo - figlio di genitori divorziati entrambi risposati - staccò due porzioni dalla particola per offrirli al papà e alla mamma. "Un racconto molto emotivo" per un tema "particolarmente interessate", come lo definì la responsabile in lingua francese per i briefing quotidiani della sala stampa vaticana Romilda Ferrato, perché "cristallizza più di altre questioni i diversi approcci che si esprimono in questa assemblea"

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