"Boicottate H&M", il Cobas porta i lavoratori in strada contro la multinazionale svedese

Mezzi bloccati per 17 ore: la vertenza contro H&M è iniziata lo scorso giovedì 28 luglio presso il magazzino logistico di Stradella in provincia di Pavia dove un centinaio di operai e impiegati nel deposito della multinazionale dell'abbigliamento hanno incrociato le braccia contro le condizioni imposte alle cooperative interne dando vita ad un presidio davanti ai cancelli dello stabilimento.

Sotta accusa i contratti di lavoro a chiamata tramite sms inoltrato il giorno prima per il seguente e i compensi. Ad organizzare il picchietto il S. I. Cobas che ha proclamato anche una campagna di boicottaggio del marchio svedese: controinformazione e denuncia delle condizioni di lavoro e sfruttamento di tutta la filiera, dalla produzione delocalizzata in paesi asiatici, alla logistica gestita da cooperative nel nostro paese per conto di H&M. In Italia invece le attività di logistica vengono appaltate da H&M a terzi che a loro volta subappaltano i servizi spesso a scapito delle condizioni di lavoro degli operai. 

"In contrasto con la facciata etica proposta dalle campagne pubblicitarie - denuncia in una intervista a Radio Onda d'Urto, Marco, coordinatore provinciale di Pavia per Si Cobas.  L’azienda era stata al centro di uno scandalo e denuncia internazionale in seguito al crollo del Rana Plaza, nel 2013 in Bangladesh: oltre mille morti e duemila feriti. Una tragedia che fece vedere al mondo intero le condizioni di lavoro degli operai del Bangladesh impiegati nelle aziende tessili per conto di aziende occidentali e grandi multinazionali. Un paese scelto dai grandi marchi per de localizzare la loro produzione mantenendo prezzi bassi sulla pelle dei lavoratori costretti a lavorate anche 12 ore al giorno, senza pause e con dei salari minimi.