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Venerdì, 29 Marzo 2024
dettagli brutali / Brescia

Il giallo horror del cadavere trovato nei sacchi: "Decapitata e tagliata in 15 piccoli pezzi"

Emergono nuovi dettagli terribili dell'omicidio efferato ai danni di una donna

Non è ancora stato identificato il corpo senza vita di una donna ritrovati a pezzi per strada da una passante a Borno, in provincia di Brescia al confine con la provincia di Bergamo. Proprio sotto il cartello che divide le due province sono stati individuati i quattro sacchi neri che contenevano i resti della vittima, una donna che potrebbe avere tra i 35 e i 50 anni. Non è chiaro quando e come è stata uccisa: sta di fatto che è stata fatta a pezzi, con precisione minuziosa in 15 piccole parti, separate nei sacchi che sono stati avvistati da un passante, un residente della zona che ha provato ad aprirli (convinto fossero rifiuti) e ci ha trovato dentro una mano le cui dita avevano dello smalto viola. All'Istituto di medicina legale del Civile di Brescia sono iniziati gli accertamenti sul cadavere: i dettagli sono sconvolgenti.

I primi dettagli

Il killer avrebbe tentato di dare fuoco ai pezzi del corpo senza però riuscire a incendiarlo e carbonizzarlo. Poi con un’accetta, o una sega elettrica, ha diviso il corpo smembrato e chiuso in quattro sacchi di plastica neri che però non sono stati subito abbandonati, ma conservati: ci sarebbero infatti segni di disgelo sui resti che fanno pensare a una cella frigorifera in cui sarebbero stati tenuti non si sa per quanto tempo. I sacchi di plastica sono stati poi gettati da una piazzola sterrata e isolata di una stradina di montagna tra Borno e Dosso, dove inizia la provincia di Bergamo. Si tratta di una scarpata diventata nel tempo una piccola discarica a cielo aperto. A fare il macabro ritrovamento è stato uno dei circa settanta residenti della frazione Paline del comune di Borno che tra i rifiuti ha visto una mano smaltata di rosso e ha chiamato subito i carabinieri. I sacchi erano sul ciglio della carreggiata: c'è chi suggerisce siano stati lasciati lì, volutamente in bella vista, affinché venissero ritrovati. Sulla testa decapitata della donna sono state rinvenute anche diverse bruciature, al volto, tanto da averla sfigurata: la prima ipotesi è che sia stata bruciata, ma forse quando già era stata uccisa.

Le indagini

Tante le ipotesi sul tavolo degli inquirenti: la donna potrebbe essere stata uccisa chissà dove, poi fatta a pezzi e congelata (in un freezer) e infine trasportata fino alla strada del ritrovamento. Si indaga per omicidio volontario, soppressione e occultamento di cadavere. L'indagine però risulta parecchio complicata: viste le condizioni dei resti, non è chiaro quanti elementi utili alle indagini possano emergere dall'autopsia. I sacchi con ogni probabilità erano stati lanciati nel dirupo di recente, come suggerito dai segni di disgelo e dalla mancata decomposizione. Inoltre, gli animali selvatici avrebbero infierito sul corpo se fosse stato lì da più tempo. Unica certezza: il killer conosceva bene la zona. Al momento si cerca di risalire all'identità della vittima, consultando le denunce di scomparsa presentate in tutta la Valcamonica e nelle province di Brescia e Bergamo nelle ultime settimane. La donna uccisa e fatta a pezzi non è del posto. Poco lontano è stato ritrovato un giubbotto, già sequestrato e pronto ad essere analizzato. Non si esclude nessuna pista, s'indaga su ogni fronte. La comunità intera è sconvolta, gli inquirenti sono al lavoro giorno e notte. Meno di 17 anni fa, a pochi chilometri di distanza, un altro macabro ritrovamento: i resti di Aldo Donegani e della moglie Luisa De Leo, uccisi e fatti a pezzi dal nipote Guglielmo Gatti, condannato all'ergastolo.

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